Stemma Berzo Inferiore Berzo Inferiore
BERZESI (Farisè - Ciochetù) :
2.466 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 21,9 H.m.: 356 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
Da BRESCIA e BERGAMO
Km.
64,8
Da MILANO
km.
115
CAP. : 25040


IL NOME:
Berzo (Bérsh) - Bercio (sec. XIII) - Berzio (1421):
Il nome Berzo deriverebbe da "bersa", sinonimo con cui si identificava quella grande siepe, talvolta di rovi o arbusti con cui si cingevano zone (anche vaste) o parchi in cui si svolgevano battute di caccia (erano dei grandi "roccoli" posti di solito in posizioni elevate in cui si praticava l'uccellagione con reti o vischio). Altri studiosi di toponomastica fanno invece riferimento al nome "Berzesto" (dialetto Bàrshést) che in Valle Camonica si accomuna spesso (molte località hanno questo nome) per l'etimologia con il nome "Berso". Non è da escludere pure che Berzo derivi da "berza" che in dialetto locale significa fame. Ancora si può fare riferimento ad una voce pre-romana: "bersium" che indicava sempre una siepe o recinto ma per richiudere gli animali domestici (di solito ovini e bovini). In correlazione a ciò non è da escludere pure che Berzo possa derivare da "bàr-bèr" che indicava, nell'antico idioma iberico il montone o più in generale l'ovile o le pecore (da sottolineare che in alcuni paesi della Valle Camonica, forse riferendosi a questo antico sostantivo, i pastori sono detti, in dialetti locali, i "berzamini o bergamini"). Vista poi la collocazione del primo insediamento religioso (su un colle) non è da escludere pure che Berzo derivi da alcune voci liguri come "bars" o "bers" che significano altura o luogo elevato.


LA STORIA :

    Come per molti altri siti in Valle Camonica, che si elevavano al di sopra dalle paludi del fondovalle e dalle pericolose sponde dell'Oglio, anche la zona ove ora sorge il paese di Berzo Inferiore fu certamente frequentata e forse anche abitata fin dall'epoca preistorica. Per risalire la Val Grigna e raggiungere gli antichissimi e noti passi montani che collegavano le varie valli contigue (Passo di Crocedomini, Maniva ecc), gli antichi Camuni (del ceppo dei Liguri e poi soppiantati dai Celti) avranno per forza dovuto transitare lungo questo vasto e aperto conoide formato dal torrente Grigna, l'impetuoso corso d'acqua che va a sfociare nell'Oglio nella pianura alluvionale poco a sud della piana della "Prada" di Cividate. Questa zona pianeggiante doveva essere, in epoca preistorica o la propaggine più a nord del lago d'Iseo o ai confini di una vasta palude che forse raggiungeva anche le pendici dei colli che sono posti a nord dell'attuale abitato di Berzo.
    I Romani, subito dopo la conquista della Valle Camonica, fecero passare per Berzo anche un ramo della via Valeriana e un'epigrafe di quell'epoca, ritrovata in zona, attestava come a Berzo venissero adorate o meglio onorate le "Fonti Divine".
    Le terre prospicienti l'Oglio (ora facenti parte del comune di Berzo) e confinanti con il comune di Esine, sotto i Longobardi furono proprietà del "Gasindo" (vassallo di rango inferiore) del re Desiderio che nel 774 lasciò per testamento: "la volontà sua di vendere la corte di Bergis". Questo è il primo atto in cui viene nominata questo borgo della bassa Valle Camonica.
    Un altro storico documento, successivo di quasi due secoli, nel 960, attesta la cessione di proprietà "in Berzo" dal vescovo di Cremona al conte di Lecco. Nel Medio Evo anche a Berzo, forse nei pressi della rupe su cui sorgeva un vecchio punto di controllo e osservazione di epoca pre romana, doveva sorgere un castello, di cui però non si hanno più tracce.
    La certezza della presenza di questa rocca (o abitazione fortificata e circondata da mura difensive) viene dal fatto che era menzionata nell'elenco nelle numerose proprietà che la potente famiglia dei conti Lambertini aveva in valle.
    La diaconia di Berzo (Inferiore, per distinguerlo da Berzo Demo) fu la prima, in ordine alfabetico, nominata tra quelle della vasta e antichissima pieve di Cividate che aveva competenza amministrativa religiosa su tutta la media Valle Camonica.
    Intorno all'anno Mille, forse sulle rovine di un tempietto precedente venne costruita una piccola chiesa che prese il nome di San Lorenzo. Questa antica chiesetta fu poi, quasi totalmente, ricostruita nel 1415 e per secoli fu la prima parrocchiale. Questo bel tempio sorge in posizione panoramica, su un'altura sopra il paese e dominante la bassa vallata del Grigna e la confluenza nell'Oglio.
    Nel suo famoso "Catastico", redatto nel 1610, il podestà veneto Giovanni da Lezze, incaricato direttamente dal Maggior Consiglio della Serenissima Repubblica Veneta, ricorda, per le terre di Berzo, la buona produzione di biade e vini locali e soprattutto la rifinitura, in ben dieci fucine, dei pre-lavorati per armature, provenienti dalla vicina Bienno.
    La piaga dell'emigrazione, come nel resto della Valle, ha portato molti, specie giovani, lontani da casa, per cercare una vita migliore: negli anni 1904/1905 furono 28 i Berzesi su una popolazione di 756, ad andare all'estero, mentre negli anni dal 1946 al 1960 su 1469 residenti gli emigranti furono 204. Durante il ventennio fascista, dal 1927, nel periodo in cui vennero inglobati più paesi di piccole dimensioni, in uniche amministrazioni, Berzo Inferiore fu aggregato a Bienno. Riacquistò la sua indipendenza amministrativa nel 1947.
    Nel secondo dopo guerra e negli anni '70 a Berzo furono insediati grandi complessi industriali che occuparono vaste arre a nord est del paese. Negli anni '90, con la profonda crisi del settore metallurgico e sidermeccanico questi capannoni furono dismessi e per anni furono solo monumento alla incapacità di trovare soluzioni alternative. All'inzio di questo secolo, dal 2000 al 2008 nei capannoni dismessi è stata creata una zona "industriale-artigianale" con diverse aziende di piccole e medie dimensioni che hanno dato impulso alla economia locale.


DA VISITARE:
Pieve di San Lorenzo risale certamente a prima dell'anno mille: fu la prima tra le diaconie della vasta e più importante pieve della Valle Camonica: quella di Cividate Camuno. Raggiunse l'indipendenza amministrativa e religiosa poco dopo l'anno mille. Fu ricostruita nel 1415 rispettando quella classica semplicità nella lineare aula unica che è ancora attualmente visibile. Nel 1600 ci furono importanti lavori che allungarono l'intero edificio preesistente di circa tre metri nel suo lato sinistro. Fu per molti secoli l'antica parrocchiale, ed è posta su una piccola collina che domina il paese e la zona pianeggiante che si stende fino al fiume Oglio. Fu dedicata, fin dall'origine a San Lorenzo. Contiene degli affreschi datati al 1400 e altri del secolo successivo. Tra questi sono di notevole fattura: "Storie di San Lorenzo" dipinto sulla volta mentre su fondo del tempio sono visibili una "Annunciazione" e una "Crocifissione". Per chi entra, sulla sinistra, sono posti un "Cristo alla colonna", un'"Adorazione dei Magi" e un'"Ultima Cena" tutti attribuiti a Giovanni Pietro da Cemmo e eseguiti intono al 1504. Sullo stesso lato sono presenti alcuni ex voto di non eccelsa fattura. Di ottimo lavoro artistico invece è una "Deposizione" visibile sul portico esterno. Da ricordare anche gli affreschi della cappella laterale dedicata ai Santi Lorenzo, Fabiano e Sebastiano.
La Parrocchiale della Natività di Maria, già Santuario della Madonna, fu voluta da don Donato Mazzoli, parroco di Berzo dal 1599 al 1632. La sua costruzione ebbe inizio nel 1609 ma i lavori vennero accelerati e ampliati, dal progetto iniziale, dopo che nel 1616 Marta Damioli Polentini ebbe un'apparizione della Madonna. La scena è raffigurata negli affreschi sulla facciata sinistra attribuiti a Giovanni Chizzola. Il ricchissimo Don Mazzoli lasciò in testamento una grossa cifra che permise l'ulteriore abbellimento della chiesa. All'interno del tempio di notevole fattura una "Natività della Vergine", del 1633, di Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiamminghino. Altri affreschi sono posteriori e da citare sono quelli del 1740 di Pietro Scalvini e quelli del 1745 di Enrico Albrici di Vilminore di Scalve. Altri affreschi sono attributi al Francesco Paglia e sono nella cappella di San Giuseppe. Alcune tele sono invece di Gian Giacomo Borni (Gaioni) detto il Bate (detto anche: Bati, Batte, Boni-Bate, Borgnini, Borni, Rambotti): nato nel 1635 a Ponte di Saviore da una famiglia originaria di Borno, morì a Ponte il 29 ottobre 1700). . Sul fianco destro è da ammirare una bella e, finemente lavorata, cancellata in ferro battuto databile nel 1500. Il campanile, sulla cui sommità sono collocate ben 8 campane, fu edificato da Silva di Esine, è in granito scalpellato ed è alto 55 metri ed è considerato tra i più belli dell'intera Valle Camonica. Nella chiesa-santuario è sepolto il Beato Innocenzo da Berzo (1844-1890). Questa figura di studioso e fraticello, dopo aver frequentato le scuole elementari proprio a Berzo, studiò a Lovere (dove ebbe tra i suoi compagni anche quel Giuseppe Tovini che emerse come figura importante per la Valle Camonica a cavallo tra il secolo scorso e questo secolo, beatificato nel 1999), fu ordinato sacerdote nel 1867, fu mandato in missione a Cevo e poi nominato vice-rettore del seminario diocesano di Brescia. Entrò nell'ordine cappuccino nel 1873 e fu semplice frate nel santuario dell'Annunciata di Piancogno. Fu quindi trasferito ad Albino ed in altri monasteri. Ora la sua figura è molto venerata specialmente a Berzo Inferiore e Niardo che festeggiano ogni anno il loro Beato.
Il Santuario di San Glisente (ora sotto comune di Bienno) sorge sull'omonimo monte a quasi 2.000 metri di quota (1956 m. slm). Conserva in ottimo stato la sua originaria cripta, forse del 1300 (o forse antecedente: secondo la tradizione popolare addirittura di epoca Longobarda o Carolingia) formata da due locali a pianta irregolare di cui il più vasto è diviso in tre piccole navate con volte a crociera che poggiano su delle basse colonne di granito. Da ricordare la leggenda dei tre fratelli Glisente, Fermo e Cristina che avevano il loro ritiro su tre monti della Valle Camonica e che comunicavano tra loro con dei falò serali (vedasi la storia di Borno e Lozio).

LOCALITA’ COMUNALI: (Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).
Bresciana (Breshàna) a m.1.790 e m.1.430 erano segnate, su alcune vecchie mappe catastali dell'800, delle Malghe di Val Bresciana, la prima a nord-est e l'altra a sud-est del monte Bresciana. Queste costruzioni rurali erano poste tra l'alta Val della Grigna e la sua confluente sinistra: la Val Gabbia.
Dosso (Dòsh) ): nome molto diffuso in tutta la Valle Camonica, indica una località più elevata rispetto ad altre e a m.391 a sud di Berzo Inferiore è segnato un dossello chiamato "dòsh del pùt" (dosso del ponte). La parola "dòsh" deriva dal vocabolo latino "dorsum" (dosso).
Paluro (Palür) a m.741: zona a sud-est di Berzo Inferiore posta tra la Val Salume e la Val Grigna. Il nome potrebbe derivare dal vocabolo dialettale "palora" che identifica i finimenti dei cavalli e dei bovini, infatti si pensa che in questa località potesse esserci stata, in un passato abbastanza remoto, una fabbrica di oggetti agricoli, un maniscalco e forse anche un fabbro che si interessavano principalmente di accudire le necessità dell'attrezzistica per i cavalli.
Piazza (Piasha) : una località chiamata "Piazza Lunga" è segnata a sud-est di Berzo Inferiore sul versante sinistro di Val Grigna. "Piasha" sta ad indicare un luogo piano e aperto. Il nome è diffusissimo in tutta la Valle Camonica e sulle Alpi Retiche.
Pighersòlo (Picanshöl) a m.331: sito pianegguiante posto a sud-ovest di Berzo Inferiore sulla vecchia strada che scendeva a Esine. Vi è un'ipotesi per spiegare la provenienza del nome: dall'unione dell'abbreviazione del nome personale "pi" (bambino oppure anche Giuseppe) e "canshöl" che potrebbe essere sia un cognome che un soprannome.
Plagna (Plagne) a m.390: area a sud-ovest di Berzo Inferiore, sul fianco sinistro della Val Grigna e nel suo conoide. Nome diffuso in quasi tutti i comuni della Valle Camonica, deriva dal vocabolo del basso latino "plania" sinonimo di "plagna" (zona piana posta fra i monti).
Puntaròli (Pontaröi) a m.1.240: località montana a sud-est di Berzo Inferiore, sul lato sinistro della Val Grigna. Curioso il significato che si può dare etimologicamente a questa parola: si presume derivi dalla voce dialettale "pontà" che indica un modo di salire faticosamente un tratto di strada o di sentiero molto erto: in pratica vorrebbe dire puntellarsi per salire. Questo termine dialettale deriva da "pontara" (erta, salita ripida).
Ranina (Ranina) a m.901, zona a sud di Berzo Inferiore, sul versante sinistro della valle Renina. E' probabile provenga dalla parola "ranina" (muschio).
Re (Rè) torrente che scorre in un canaletto naturale a sud-ovest di Berzo Inferiore. "Rè" e nome diffusissimo in Valle Camonica e nel bresciano, per indicare piccoli corsi d'acqua.
Reveco (Reéch) a m.1.531: vasti appezzamenti di terreno posti in quota, a sud di Berzo Inferiore sopra la Val Renina, nell'800 erano adibiti a pascolo per gli alpeggi estivi.
Saiotte (Shaiòte) a m.328 località a sud-ovest di Berzo Inferiore, sul versante sinistro del torrente Grigna. E' assai probabile che questo termine sia la forma femminile plurale del vocabolo dialettale "shaiòt" (cavalletta).
Salume (Shalüm) valletta a sud di Berzo Inferiore, affluente di sinistra del torrente Gringa a sud di Esine.
San Michele (Shàn Michèl) e San Tommaso (Shàn Tomàsh) m.438 e m.370 sono delle antiche chiesette a Berzo Inferiore.
Silter (Shìlter) località montana a m.1.700, a sud-est di Berzo Inferiore. Si pensa che derivi dal vocabolo "shìlter" (volta, grotta naturale). Era comune, fino a non molti anni addietro, che i mandriani, che trascorrevano all'alpeggio i caldi mesi estivi, conservassero il latte ed i suoi derivati (burro e formaggi) in fresche cavità naturali. Il "silter" è ora il più noto formaggio caratteristico della Valle Camonica e dell'Alto Sebino bresciano prodotto con rigidi disciplinari che ne autenticano la provenienza, la lavorazione e la stagionatura.
Sinchetto (Shinchè¢) a m.440: località su cui era segnata, su una vecchia mappa catastale del '700, una abitazione rurale, a sud-est di Berzo Inferiore, sopra la riva sinistra del torrente Grigna. Questo nome deriverebbe dal latino "sinchetus" (moneta di scarso valore).
Sofrassa (Shofràsha) a m.546, zona a sud-ovest di Berzo Inferiore ed a sud-est del comune di Esine il cui nome potrebbe derivare dal vocabolo dialettale "shofrà" (zafferano).
Stabico (Stabiò) a m.1.671 e m.1845: già nel 1800, erano segnalate delle malghe a sud-est di Berzo Inferiore sul fianco destro della valle Camonica. "Stabiòt" sinonimo dialettale, abbastanza diffuso, che indicava un tugurio, una abitazione povera o una piccola stalla, derivato da "stabulum" (stalla e talvolta anche caseggiato).
Stabilina (Stabilina) a m.730 località a sud-est di Berzo Inferiore posta tra la valle Salume e la valle Pelone. Anche in questo caso (come per la voce precedente) è probabile che "stabilina" sia il diminutivo femminile del vocabolo dialettale "stabol" che a sua volta potrebbe derivare dalla parola latina "stabulum" (stalla e caseggiato).
Valle (Àl frèda) a m.390, valletta a sud di Berzo Inferiore, mentre questo nome è anche dato ad un torrente posto nei pessi di un sito montano a m.1905 che identifica una zona in quota, con prati destinati a malga a sud-est di Berzo Inferiore.
Zolo (Sùol) a m.1.400, a sud-est di Berzo Inferiore, sul versante sinistro della Val Bonina. Etimologicamente questo toponimo potrebbe derivare dalla contrazione del vocabolo "giovòl", diminutivo di "giovo" (passo), infatti questo piccolo spiazzo tra due collinette si trova proprio dove la mulattiera dalla Val Salume si dirama verso la vicina e contigua Val Renina.
Zucchetti (Süchè¢) a m.800, fin dal 1750 erano segnati, su alcune carte catastali, dei vasti prati destinati a malga a sud-est di Berzo Inferiore, posti tra la Val Salume e la Val Pelone. Il nome potrebbe derivare dal vocabolo "sùch" (zucco, zucca, ma anche dal cognome che era abbastanza diffuso nella zona).

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