Stemma Cedegolo Cedegolo
CEDEGOLESI (Lecapiàçç - Petègoi):
1.261 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 11,8 H.m.: 413 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
Da BRESCIA e BERGAMO
Km.
82,8
Da MILANO
km.
134
FRAZIONI
Grevo
CAP. : 25040


Le Immagini del Paese
Centro storico di Cedegolo
Panorama dei paesi di Cedegolo e Grevo
IL NOME:
Cedegolo (Shedégol): molte sono le etimologie che sono giunte fino a noi e che vengono attribuite al nome Cedegolo: per esempio da "Caedo" (taglio di piante), oppure da "Caesae" (bosco ceduo), o da "Ceda" (siepe), oppure da un "Cethegolus" diminutivo dei nomi personali romani Cethegus o "Caedetulum". Una storia popolare, forse una leggenda (di non molto tempo fa), racconta che Cedegolo deriverebbe da "sedègolo!" (concedetelo !): ordine perentorio dato da un capitano veneziano che, chiamato a derimere una annosa controversia, invitava gli abitanti di Grevo a concedere un passaggio a fondovalle, sul ponte sull'Oglio, agli abitanti di Cevo (paese in quota all'imbocco della Val Saviore).


LA STORIA :

    Ora la sede municipale è nel borgo di Cedegolo, di fianco alla SS42, ma originariamente fu il luogo dove ora sorge il paese di Grevo il primo nucleo abitato della zona vista la sua posizione dominante su quella strettoia tra le pareti scoscese delle montagne erose dal solco dell'Oglio che divide in due la Media dall'Alta Valle Camonica. Non è certo, ma, visti anche altri siti similari, proprio a Grevo avrebbe potuto esserci un insediamento di epoca preistorica, forse un piccolo castelliere o una zona fortificata adibita anche al controllo strategico dei camminamenti e delle mulattiere che salivano dal fondovalle stretto, angusto e impraticabile. Dopo la conquista romana, a mezza costa fu tracciata la via Valeriana che percorreva tutta la Valle Camonica e che in gran parte fu costruita seguendo il tracciato di preesistenti sentieri preistorici e Grevo, presso cui passava la nuova importante strada, divenne anche stazione di posta e vide rafforzata la funzione di posizione di controllo e transito. Sempre a causa della sua posizione strategica, arroccata e facilmente difendibile, dopo l'anno mille, i guelfi camuni, capeggiati dai signori del castello di Cimbergo, si impegnarono a mantenere, per tutto il periodo medievale, un nucleo di armati che esercitavano uno stretto controllo, forse (non è documentato storicamente) anche un punto di pedaggio.
    Se Grevo, a monte, si era notevolmente sviluppata anche con abitazioni civili, sullo stretto fondovalle, vista l'angustia del sito, non dovevano esserci molte costruzioni: le poche case, forse semplici strutture rurali furono il primo nucleo di Cedegolo che restò a lungo frazione di Grevo.
    Nel 1400, le principali famiglie camune, che avevano possedimenti in zona, erano tutte originarie della vicina e più popolosa Cimbergo. Per primi ad avere proprietà furono gli Antonioli che vennero poi scalzati dai ghibellini Federici che, prima da Federico Barbarossa poi dai Duchi di Milano, ottennero vasti benefici e l'infeudamento nell'antica contea di Cemmo che si estendeva anche sulle terre di Grevo e Cedegolo.
    Con la conquista della Valle Camonica da parte della Serenissima Repubblica di Venezia, a Grevo si stabilirono i conti Lodrone, Giorgio e Pietro, che il 14 dicembre 1449 si videro assegnati beni anche a Cimbergo (e al suo importante castello) e a Cevo. I Lodrone erano una nobile famiglia molto antica che aveva vasti possedimenti anche in altre valli Bresciane e che aveva avuto un compito importante nelle guerre tra Milano e Venezia, sostenendo quest'ultima e ricevendo, dopo la pace di Lodi, vasti benefici e proprietà in cambio della propria fedeltà al Leone di San Marco. Solo dal 1600 la crescita costante dell'abitato di Cedegolo divenne consistente, facilitata anche da una nuova strada che toccava il fondovalle e collegava direttamente la media e la bassa Valle Camonica, tanto da superare ben presto la stessa Grevo che aveva perso la sua caratteristica principale di posizione strategica e di controllo sull'antica via.
    Questo accadde anche (e specialmente) quando, a fondo valle, per la presenza consistente di corsi d'acqua di notevole portata, necessari ad azionare numerose fucine e alcuni mulini, vennero impiantate attività per la lavorazione del ferro e alcune segherie. Questo periodo che fu particolarmente florido per l'economia locale, durò fino a tutto il 1700, poiché la Serenissima Repubblica, aveva commissionato, alle fucine e forni fusori, della Valle Camonica, molte lavorazioni metalliche, sia nel campo militare (armi e armature) che civile (ferrarezze).
    Da Cedegolo passavano, e in alcuni casi erano anche lavorati, grandi carichi di legname provenienti dalla vicina Val Saviore e destinati ai porti e ai cantieri navali della Repubblica che richiedevano in continuazione, nuove e più importanti forniture.
    Sembra proprio, secondo una "bòta" (racconto tramandato a voce tra verità e leggenda), che il quel periodo nacque il nome Cedegolo. Per una lunga diatriba sul diritto di passaggio da una sponda all'altra dell'Oglio da parte degli abitanti del comune di Cevo, si erano accese pesanti e violente liti con quelli di Grevo che volevano mantenere il loro diritto di far pagare un dazio. Venezia, con la sua politica di eliminazione dei dazi interni, fece intervenire il "Capitanio di Valle Camonica", delegato di origine veneta che impose a quelli di Grevo di cedere il passaggio a quelli di Cevo con il perentorio ordine in pura lingua veneziana: "el paso…sèdegolo !" (cedetegli il passo!). Da allora il borgo che sorgeva attorno al conteso passaggio tra le due sponde prese il nome di Cedegolo.
    La posizione dell'abitato nel fondo valle, tra le strette pareti rocciose che fanno da contorno al fiume Oglio, procurò però grandi disastri poichè le acque del fiume, spesso in piena e non controllate o regimentate inondarono più volte tutta la zona, con notevoli conseguenze distruttive: tra le alluvioni e inondazioni più disastrose vanno citate quelle del 1757, del 1772 e del 1960.
    Malgrado Cedegolo fosse ormai divenuta la frazione più popolosa del comune, fino al 1927 il municipio e gli uffici amministrativi risiedevano ancora a Grevo. In quell'anno, durante il regime fascista, fu costruito a Cedegolo l'edificio municipale, che domina ancora la piazza del paese, dove venne anche trasferita l'amministrazione locale con giurisdizione anche sui vecchi comuni di Novelle, Sellero e Berzo Demo, applicando la legge sull'inglobamento di molti piccoli paesi in municipi più consistenti.
    Nel 1947 questi paesi riottennero la loro autonomia ma la sede amministrativa del locale comune rimase a Cedegolo.


DA VISITARE:
La Parrocchiale di San Girolamo fu costruita nel 1600: sua caratteristica principale è il bel portale in stile barocco. Al suo interno sono visibili affreschi di Antonio Cappello. Degna di menzione la soasa e degli altri intagli lignei realizzati nel 1675 e nel 1676, a corona del tabernacolo e del paliotto dell'altare maggiore, attribuiti a Pietro Ramus.
La Parrocchiale di Grevo, dedicata a San Filastrio fu costruita nel 1400 ed ampliata nel 1613. Notevoli sono gli altari in marmo, datati 1740- 1750, opera della scuola dei maestri Rezzatesi, ornati di varie e suggestive statue. Vanno anche ricordate: la cancellata del battistero del 1500, alcune statue lignee e gli affreschi settecenteschi.
Chiesetta di San Floriano, ddel 1400, è immersa fra i castagni; contiene affreschi del 1500-1600. Le sue condizioni generali erano divenute precarie ma è stata recentemente sottoposta ad un restauro.
Alcune case patrizie del centro storico, dimostrano l'importanza che aveva assunto Cedegolo nel 1700, sotto Venezia: Casa Simoncini, vicina al vecchio nucleo storico del paese e accanto alla parrocchiale di San Girolamo in cui risaltano il bel portale in pietra, le logge ad arcate e il giardino. Proprio in centro del paese e su via Nazionale è visibile casa Panzerini che si distingue per una bella scalinata esterna a loggiato con archetti di lato.

LOCALITA’ COMUNALI:
(Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).
Grevo (Grév; Gréf) il borgo di Grevo è la parte più antica del comune e già nel 1429 aveva assunto una notevole importanza. Ora è frazione a sud-est di Cedegolo, nel versante destro della Valle Camonica. Potrebbe derivare da "gref" (pesante o pigro), oppure da "grevus" (denso, fitto, spesso), ma anche da "greva" (arena, sabbia). Sul versante sinistro della Valle di Saviore, a nord-est di Grevo a m.2869, vi è anche una località denominata il "Corén de Gréf" (Corno di Grevo).
Basse (Bashe) a m.2.262 è segnato, su alcune antiche mappe militari del 1600, un "Passo delle Basse" tra le cime Berbignaga e Sablunera sulla catena montuosa a nord del monte Frisozzo, si dirige verso nord-ovest per declinare sopra Grevo e Cedegolo. Il Passo delle Basse è il valico a quota più bassa tra quanti sono segnalati in zona e ciò giustifica il suo nome.
Baste (Baste) a m.500: località a sud di Grevo che prende il nome dal "bast" (basto: sellatico per le bestie da soma).
Belvedere (Belvidì) a m.1.200: sito montano su cui , già nel 1750 erano presenti alcune vecchie malghe, a sud-est di Grevo e di Cedegolo.
Boazzo (Boàsh) a m.2.498 si trovano segnati su alcune mappe catastali di epoca Veneziana una "Cima di Boazzo" e una vecchia "Malga di Boazzo" a m.1898: sono localizzate sul fianco destro di Val Saviore. A nord di Cima Boazzo si trova il "Passo di Bos" a m.2.442, poco distante poi i "Corni di Bos" a m.2788), e la "Malga di Bos" a m.2628. Questo nome deriverebbe dalla voce alpina "Bova" (canalone di monte) o da "Boa" (terreno melmoso), mentre Boazzo deriverebbe dal vocabolo "Bòs" (voce in dialetto che indica un montone, ma anche bozzolo).
Campellio (Campèi) a m.2.809: monte ad est di Grevo, nella catena rocciosa che è la naturale linea di separazione tra la media Valle Camonica e la piccola e laterale Val Daone. Con lo stesso nome, su alcune mappe militari dell'800 troviamo anche il Passo Campèi a m.2.213 e una località alpina degradante in due vasti prati contigui, su cui erano segnate due vecchie cascine a m.1.611 e m.1.050.
Clevo (Clév) a m.1.100: dei "Prati a Mezzoclevo" erano dei terreni a sud-est di Grevo nel fianco sinistro della Valle di Saviore, sono situati sotto il monte Colombè. Il nome deriverebbe da "Clivus" (pendio): la località è posta sopra una dolce pendenza di fronte a Cevo.
Cop (Cóp) a m.1.800 è stata rilevata, su una vecchia mappa catastale, una "Malga Cóp" a sud-est di Grevo, sotto la cima Berbignaga. Il suo nome deriva dal vocabolo "cóp" (tegola, laterizio semicilindrico), oppure dalla voce antica latinizzata "copo", dal sassone "coppe" (colma, cima). Poiché le tegole vanno anche sulla cima o sul colmo del tetto, è probabile la comunanza delle due voci.
Deria (Dérgia; Déria) a m.521 è riportata su una antica mappa risalente al periodo veneziano una località detta della "Chiesa della Deria" a sud di Grevo tra Sellero e Capo di Ponte. Vicino e poco più in quota era segnata anche, con lo stesso nome, una vasta zona pianeggiante a nord-est sopra un poggio elevato, sul fianco sinistro dell'Oglio. Chiara l'etimologia derivata dal vocabolo "ria" (riva).
Forcola (Fórcola; Fúrcola) a m.1.183 su una vecchia mappa militare del 1800 sono state segnate delle "Malghe Forcola" a sud-est di Grevo, vicine ad un passaggio di una mulattiera che si diramava in due tronchi, che doveva, in passato, avere una certa importanza come strada comunale, da qui il sinonimo di "Forshèla" (forcella, biforcazione). "Forcola" in dialetto locale è anche il tridente per la fienagione ma spesso identifica anche un passo montano (Forcola è nome di un noto passo che porta a Livigno, ma è toponimo diffuso su tutto l'arco alpino).
Melle (Mèla) a m.910 su una mappa catastale dell'inizio del 1800 è segnata una "Cascina Melle" a sud-est di Grevo, nel fianco sinistro della valle. Si pensa possa derivare da "Amello" (aster amellus), specie di arbusto che cresceva abbondante intorno alle rive del fiume, ma anche da "mello" voce gallica per collina, oppure da "mal" o "mel" (monte). L'etimologia più accreditata e classica trarrebbe il nome dall'erba Amellus di cui parla anche il poeta Virgilio.
Noce (Nush) a m.407, già il secolo scorso era segnato su alcune mappe un ponte che prendeva il nome di "pùt de la nùs" (ponte della noce) sul fiume Oglio poco a sud di Cedegolo. Deriva da "nush" (noce: in dialetto, è identificativo sia del frutto noce, che dell'albero del noce).
Poglia (Pòia) torrente che scende dalla Valle di Saviore e si unisce al fiume Oglio nel cuore di Cedegolo, nei pessi della piazza municipale. Ad est di Grevo, nel versante sinistro della valle vi è la località "Casolari del Poglia". Nel torrente Poglia confluiscono il torrente Poia della Valle di Brate ed il Poia del lago d'Arno. Dal vocabolo "poia" o "aiàl" (luogo), di solito uno spiazzo ove si preparava il carbone. Forse, e più probabilmente, da "pullea", aggettivo di "pullus" (terreno molle), oppure dal "poium" per "podium" (poggio).
San Nazzaro (Shàn Nasér) a m.540: già nel 1770 era segnata su alcune carte catastali una piccola cappella che si affiancava ad un cimitero ad est dell'abitato di Cedegolo.
Sant’Androla a m.1.023 già nel 1600 sorgeva in questa località, ad est di Andrista, un piccolo sacello di montagna.
Sessola (Shèshola) ) a m.1.460: località a sud-est di Grevo e a nord-ovest del lago d'Arno. Potrebbe derivare da "shèshola" (grosso cucchiaio da cucina), forse per la caratteristica forma incavata.

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