Stemma Prestine Prestine
Prestinesi (Marènde) :
389 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 16,1 H.m.: 610 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
Da BRESCIA e BERGAMO
Km.
68
Da MILANO
km.
118
CAP. : 25040


Le Immagini del Paese
Chiesetta di Santa Maria delle Consolazioni
Il rifugio Bazena (1) (37 K)
Il rifugio Bazena (2) (30 K)
La Parrocchiale di Prestine
Veduta della Parrocchiale
IL NOME:
Prestine (Présten) - Prestorion (1597), alcuni studiosi di toponomastica fanno derivare il nome Prestine da "prestìn" (forno). Un'ipotesi più reale e condivisa però fa risalire questo nome ad un (presunto) nome etrusco "Prestina". Ancora più accreditata la versione per cui deriverebbe dalla voce preceltica "breh" (ponte o palafitta) e dalla voce iberica "düno". Meno seguita l'ipotesi della derivazione dal nome "Stoenas", famosa metropoli dell'antico popolo degli Euganei.


LA STORIA :

    Nella zona dove attualmente sorge il piccolo borgo di Prestine, abbastanza isolata e laterale alla Valle Camonica, ma non distante dall'antichissimo sentiero che saliva verso il passo di Crocedomini, sono state rilevate tracce di primitivi insediamenti umani, di epoca preistorica.
    In questa valletta la storia dovette scorrere per millenni simile a quella di altri piccoli villaggi Camuni e proprio in questo sito, dovette sorgere un antichissimo insediamento rurale con una sua autonomia e che si collegava anche direttamente ai luoghi sacri presenti nella zona: siti, di solito elevati, in cui gli antichi sacerdoti, i Druidi, celebravano la loro unione con la spiritualità della natura. Proprio in questo luogo, doveva sorgere un primitivo castelliere di antichissima origine, trasformato poi in una rocca o in un munito castello, i cui resti erano ancora, chiaramente ben conservati, fino al 1870 e di cui si ha una certa memoria. Notevoli e certe sono le testimonianze di questa area fortificata e abitata: in una cascina posta nei pressi di una rupe chiamata "èl Castelar", raggiungibile lungo via Castello (termini entrambi significativi), sono ancora visibili una bella arcata a tutto sesto, alla porta della stalla e un grande muro di sostegno in pietre lavorate e nel prato che si apre attorno degli altri ruderi.
    Più recentemente sono stati trovati alcuni reperti databili al periodo della dominazione romana. Questo sito fu certamente luogo di rifugio e riparo per le genti camune della montagna circostante durante le scorribande di predoni e di sbandati che in epoca postromana e medioevale transitavano in zona e compivano le loro predazioni contro le indifese popolazioni contadine e a più riprese colpirono il popoloso, ricco e vicino borgo di Bienno. La posizione defilata e poco esposta della valletta e del minuscolo altopiano su cui sorgeva l'antico borgo di Prestine però sembra che abbia fatto sì che la storia di questo piccolo paese, in parte si distinguesse da quella di tanti altri paesi montani della Valle Camonica.
    Poco accessibile e con un terreno poco produttivo e scarsamente coltivato, di questa piccola e scoscesa zona non si hanno, in epoca medievale, riferimenti alle solite investiture feudali da parte del vescovo di Brescia, che aveva assunto anche il titolo di Duca della Valle Camonica, e la piccola comunità, molto chiusa e indipendente, godeva di una certa autonomia politica e di culto.
    Questa relativa libertà non dispensava però i Prestinesi dal pagare le decime all'antica e vasta Pieve di Cividate, da cui dipese per il fonte battesimale fino a quando questo venne concesso (dopo lunghe e difficili trattative) anche al non lontano paese di Bienno a cui poi Prestine fece riferimento. La "Società degli Originari", nata nel Medio Evo come forma di protezione dalla presenza di "forestieri" che (scarsi) volevano, dopo avere avuto la residenza, entrare a pieno diritto nella amministrazione del paese, sopravvive tuttora (come in altri paesi della Valle Camonica), originariamente era un accordo tra cinque antiche famiglie prestinesi sull'uso delle malghe e dei boschi comunali.
    Nel 1432, dopo che la Valle Camonica era già stata in gran parte conquistata dalle truppe della Serenissima Repubblica di Venezia, una grossa banda di famigli e balordi agli ordini di Antonio Federici di Edolo, che per convenienza politica si era alleato alle truppe del Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, compì una sanguinosa, violenta e improvvisa incursione nel paese che venne in gran parte danneggiato e dato alle fiamme. Rimasta fedele e legata alla Repubblica di San Marco, la piccola comunità di Prestine fu risarcita da questi danni, nel febbraio 1433, con una ordinanza del Senato Veneto, che concedeva l'esonero da ogni imposta per il periodo di dieci anni. Questi privilegi (che erano abbastanza frequenti verso quelle comunità che avevano subito danni naturali o bellici dovuti ai nemici della Repubblica) vennero poi riconfermati più volte in seguito (anche se in modo limitato).
    Il Rettore veneto, Giovanni da Lezze, nel 1610 annotava nel suo "Catastico" come "Prestine fosse separato dall'università della Valle Camonica e dal suo estimo e pagasse separatamente le imposte". In quel tempo erano registrati al catasto veneto 2 fucine e 2 mulini, che rispecchiavano chiaramente le occupazioni degli abitanti, dediti specialmente all'agricoltura e alla pastorizia ma in buona parte anche alla lavorazione delle "ferrarezze" (lavorazione del ferro e delle sue leghe): come per la vicina e più importante Bienno, molto nota, anche fuori dalla Valle Camonica, era la produzione locale di lamiere, grondaie, padelle e attrezzi per l'agricoltura.
    Tragico fu, per Prestine, il 1634: una grossa frana, staccatasi dalle pendici della montagna a est del paese, a causa delle continue e persistenti precipitazioni, che avevano colpito la zona da giorni, invase e ostruì completamente l'alveo del torrente Grigna che ingrossato a dismisura straripò e, allagando il borgo, portò alla distruzione di alcune abitazioni e della parrocchiale che erano posti nei pressi del tumultuoso corso d'acqua.
    Un'alluvione simile fu segnalata anche nel 1905, fortunatamente i danni non furono rilevanti, e non vi furono vittime.
    Anche il piccolo borgo di Prestine ha conosciuto, negli anni, la triste realtà dell'emigrazione di suoi paesani per cercare, anche in terre lontane, una vita migliore o del lavoro: negli anni 1904/1905, su una popolazione censita di 816 Prestinesi, furono 74 ad emigrare. Ancora più consistente fu la partenza di molti negli anni tra il 1946 e il 1960: su una popolazione di 773 residenti furono ben 215 a emigrare.
    Nel 1927, per la legge che prevedeva l'accorpamento dei centri più piccoli con quelli più popolosi, Prestine fu aggregato al più importante e vicino comune di Bienno ma, nel dopoguerra, nel 1947, riacquistò la sua indipendenza amministrativa.


DA VISITARE:
Chiesetta di Santa Maria delle Consolazioni, , all'ingresso del paese, su uno spuntone di roccia, fu edificata sulle macerie di un'altra antica chiesa e contiene degli affreschi del 1400: è stata per secoli l'antica pieve. Il campanile è in granito ed il portichetto, molto raccolto e caratteristico (vi transita sotto la via di accesso al paese, per coloro che scendono dal passo Crocedomini) è stato affrescato nel 1718. Costruita in un'unica navata è decorata con affreschi del 1400 di un Maestro Erratico di Bienno, la volta coeva, fu abbellita con l'aggiunta di medaglioni, opera del Paglia o del Corbellini. La balaustra invece è del 1600 ed è in marmo policromo: della stessa epoca la cancellata in ferro battuto. Nel tempio sono custoditi anche un'ancona lignea del 1600, due reliquiari e degli ex voto.
La Parrocchiale di Sant’Apollonio fu ricostruita dopo l'inondazione del 1634 e venne consacrata nel 1669: fu poi ampliata nel 1938. Di buona fattura seicentesca un' "Ultima cena" di Pompeo Ghitti ed alcune tele. Le pareti sono state affrescate nel 1959 da Oscar di Prata mentre i medaglioni della volta sono di Beppe Grimani.

LOCALITA' COMUNALI E FRAZIONI:
(Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).
Acùto (Egü; Agü) un "Dosso Acùto" svetta a m.1.901, a sud di Prestine, tra le valli Gabbia e Bonina. Il nome deriverebbe dalla voce dialettale "güs" (aguzzo, a punta) dalla conformazione del monte.
Aìna (Aìna) già su una vecchia cartina militare del 1800 era segnato un "Passo Aina" a m.2.000, posto nella zona montana tra Collio e Prestine. Poco distante erano presenti anche un laghetto a m.1.974 e un cascinale di montagna a m.1.960 che erano intestatari dello stesso toponimo.
Arciprete (Arshiprét) m.2.000: a sud di Prestine: il "Punto" o "mùt dell'Arciprete" è una cima sul monte Bresciana, nel versante destro di Val Gabbia: è curiosamente localizzato a nord del monte Frà e del dosso Cardinali. In questa zona, a confine col comune di Bienno, è ancora molto sentito il culto per San Glisente e forse per questo che le località citate portano nomi della gerarchia ecclesiastica.
Asino (Àsen) "Dosso dell'Asino" è a m.1.907 a sud di Prestine all'inizio delle valli Gabbia e Stabico. Questo nome deriva quasi certamente dal noto quadrupede usato, fin da tempi antichi anche sulle nostre montagne. "Asinio" però era anche il nome di una "Gens" romana.
Belvedere (Belvidì) a m.1.000 circa: altura ad est di Prestine.
Biorche (Biùrche) m.1.270: località sul versante destro della Val delle Valli, sopra Prestine, che versa le sue acque nel torrente Grigna, a Bienno. "Biólch" è termine dialettale per bifolco ma "la Biólca" è invece una vecchia unità di misura che è pari al più comune "piò" ("taòle": 33 mq circa, da cui 3 taòle formavano un piò = 3.300 m²).
Bona (Buna; Bona) già nel 1.700 era segnata su alcune mappe Veneziane una "Malga di Val Bona" a m.2.016, a sud-ovest del monte Frerone. La valle sfocia in Val delle Valli a Campolaro, sopra Prestine. Esisteva in Brescia e in Valle Camonica la famiglia dei nobili Bona e forse da questo deriverebbe il nome delle baite, anche se la voce dialettale che identificava delle malghe era "Buna", toponimo derivato più probabilmente da "bù" (buono) e "bùna" (buona).
Campolaro (Campolér) a m.1.443 nota località montana (ora con diverse "seconde case" e casina riadattate) su cui, già nel 1750, era segnata una vecchia "Osteria di Campolaro", sopra Prestine, sul versante destro di Val delle Valli, lungo la strada per il passo di Croce Domini. Intorno a questo fabbricato erano posizionati, oltre a dei boschi anche dei vasti prati pianeggianti e il nome deriverebbe da "Campulus" (parvus campus).
Cavallero (Caalér) m.1.886: sito montano su cui sorgeva, già il secolo XIX, una Malga, a sud-est di Prestine, sul versante sinistro della Val Croce Domini. La malga è posta sul confine tra i due comuni di Bienno e Prestine. "Caalér" in dialetto locale era un cavaliere non nobile o vetturale (conducente di carri o vetture). Cavalleri è anche un cognome presente in zona e potrebbe essere indice di qualche proprietà familiare.
Cogolo (Cùgol) m.1.546: una località Cogolo è posta a sud-est di Prestine tra la Val delle Valli e Val Figarolo. Cògol in dialetto è il "ciottolo", drivato dal basso latino "cugolus" che identificava un "mucchio".
Crapper (Crapér) a m. 1.900 era segnata una vecchia Cascina Crapér a sud-est di Prestine ad ovest del monte Mignolino. "Craper" (roccia, guglia montuosa) e "Crap" è una diffusa voce dialettale alpina (rupe, macigno); "crapér" è al plurale. A m. 2.000 e m. 1.873 erano anche riportate due malghe: Malga Crapper alta e bassa a sud-est di Prestine a nord-ovest del Monte Colombine di Collio.
Dalmone (Dalmù) m.1.370: sito boscoso posto sul versante destro di Val delle Valli a sud-est di Prestine.
Dossa (Dòsha) m.771, una "Cascina Dossa" e un sovrastante "Roccolo Dossa" erano già rilevati alla fine del 1700 ed erano posti a nord di Prestine. "Dòsha" è il femminile di "Dòsh" che è nome comune per "dosso" o "dossello": i due vecchi edifici erano posti sopra un dosso.
Dossi (Dòsh) il "Monte dei Dossi" è a nord-est di Prestine nella regione del Cadino. Questo monte, non molto ripido presente la caratteristica di avere tre cime. Per il toponimo"Dòsh" (dosso) vedi voce prededente.
Faeto (Faét) m.994: Faeto, località a nord-est di Prestine. "Faét" è nome molto comune anche in Valle Camonica e indica un faggeto.
Fontanasso (Fontanàsh) m.1.458: su una carta militare del 1830 era segnato un "Ponte dei Fontanasso" a sud-est di Prestine sul torrente Val delle Valli. "Fontanàsh" è il peggiorativo ed accrescitivo di fontana.
Fratta (Fràta) m.1.237: una località Fratta è posta a sud-est di Prestine. "Frata" in Val del Garza significherebbe campo con contorno di bosco, solitamente un castagneto. "Fratta" però indicava anche un luogo con sterpi ed arbusti, dal latino "fractus" e, nel basso latino: "fratta" era una siepe, solitamente a contorno di un orto o spazio coltivato.
Madonna (Madóna) m.604: vecchia cappelletta ad ovest di Prestine.
Nodano (Nodà) a m.1.229 e 1.139: già nel 1715 erano segnate, su mappe della Repubblica Vaneta, delle case denominate Nodano di Sopra e Nodano di Sotto, a sud-est di Prestine, sotto il Dosso del Termine. "Nodu viene da "Nodula": luogo di pascolo ed irriguo. Stesso toponimo è anche riportato con i termini Novale-i-ino (Noal; Noài; Noalì) a m.932 e 1.191 con "Novale di Sotto", "Novale di Cima" e "Novalino" tutti siti a sud di Prestine sul fianco destro di Val Grigna.
Plagna (Plagna) a m.808: località a sud-est di Prestine sul fianco sinistro della Val della Grigna. Questo nome diffusissimo in tutta la Valle Camonica sta a significare un luogo aperto o pianeggiante in mezzo ai boschi.
Prato (Prat e Pra) m.1.636: sito montano, prativo e pianeggiante a sud-est di Prestine, sul versante sinistro di Val Crocedomini.
Ronfanedo (Ronfadé) m.800: valletta a sud di Prestine sul versante sinistro di Val delle Valli. "Rónfa" potrebbe indicare una "gran quantità" anche se "ronfà" in dialetto camuno vuole dire "dormire russando".
Ronzone (Ronsù) a m.864: località a sud-est di Prestine sul fianco destro di Val delle Valli. "Ronsù" è la "pastinaca selvatica", erba piuttosto comune nei pascoli.
Rovinati (Ruinàç) m.1.345, sito a sud-est di Prestine lungo la strada per il passo di Croce Domini. "Ruinàc", termine abbastanza diffuso, indica solitamente dei luoghi in rovina o zone franose.
Salice (Shàlesh) m.1.181, terreno a sud-est di Prestine, lungo la strada per Croce Domini. Il toponimo deriva da termone "shàlesh": salice.
San Martino (Shàn Martì) m.764 vecchia santella a nord di Prestine.
Serla (Shérla) tra le quote 1.117 e 1.235 era posta una località montana a sud-est di Prestine sul fianco destro della Valle delle Valli. "Serra" voce antica per monte, "serula" diminutivo, "serla", sincopato di "serula".
Spondone (Spondù) m.1.898: su una mappa catastale del 1750 era riportata una "malga spondù" a sud-est di Prestine sul versante destro di Val Bazena. La malga era costruita sopra una linea di terreno abbastanza defilata e "sponda", indica una costa di monte, un costone montano, dunque "spondù" suona come accrescitivo di sponda.
Stabiline (Stabline) m.1.277, località a sud-est di Prestine lungo la strada per Campolaro. Termine che driva da stabulum (stalla).
Termine (Tèrmen) m.1.400: un "Dosso del Tèrmen" era posto ad est di Prestine sul fianco destro di Val delle Valli e il toponimo deriva dal termine dialettale "termèn" che significa termine o confine.
Trabucco (Trabüch) m.2.231: monte a sud-est di Prestine sul versante sinistro di Val di Stabio. "Trabucus" era il termine che indicava un macchinario che servia per lanciare le pietre (durante battaglie o scontri). Il monte è roccioso nel versante nord, il nome potrebbe derivare dal fatto che dal monte cadono frequentemente delle pietre. "Trabüch" è anche tremine dialettale (non usato però in questa zona della Valle Camonica) per indicare un qualcosa di instabile o persona malferma sulle gambe.
Travagnólo (Traagnöl) m.1.481: località a sud-est di Prestine nel versante destro di Val Figarolo confluente in Val Travagnolo. Il nome viene dalla voce dialettale "traàgnöl" indicante le travate che si ponevano su degli scivoli naturali (delle vallette o solchi del terreno) per far giungere, nel fondo valle, il legname tagliato in quota.
Vaiùga (Vaiüga) m.1.544: località a sud-est di Prestine sotto Corne di Vaiùga, zona posta sul fianco sinistro del monte Trabucco.
Valle (Val; Àl): la Valle delle Valli (la Val) è una depressione che sbocca nei pressi dell'abitato di Prestine, preveniente da sud-est.
Varicla (Varìcla) m.1.833: località montana su cui era segnata, già nel 1800, una malga, a sud-est di Prestine sul fianco sinistro della valle di Croce Domini vicina al Passo. La malga si trova tra due piccole valli e dunque, il toponimo, molto diffuso in Valle Camonica anche in altri comuni, viene da "varecola" o forse da "valicola" (piccola valle): derivato a sua volta dala radice "var" prelatina o da "valicla" sincopato di "valicola".
Zovo (Sùf) m.730: località a sud-ovest di Prestine per cui passava, nel secolo scorso, una vecchia mulattiera. Il termine, comune nelle valli Brescaine e Bergamasche viene da "Sùf" che indicava un passo o identificava anche un avvallamento del terreno.

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