Stemma Sonico Sonico
Sonicesi (Gòs) :
1.285 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 60,3 H.m.: 650 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
Da BRESCIA e BERGAMO
Km.
96
Da MILANO
km.
156
FRAZIONI
Comparte, Garda, Rino
CAP. : 25050


Le Immagini del Paese
Rino di Sonico
Garda di Sonico
Parrocchiale di San Lorenzo
Sonico: fraz Comparte
IL NOME:
Sonico (Shònec)il nome ha origini abbastanza incerte tant'è che gli studiosi di toponomastica hanno espresso più tesi: la più accreditata è quella di una derivazione da "summus vicus" già presente in altre antiche denominazioni di vari paesi della Valle Camonica (Sommaprada, Sellero ecc ecc), potrebbe altresì derivare dell'aggettivo "Iustionicus", tratto a sua volta dal nome personale "Iustio". Da non scartare pure la tesi che fa derivare Sonico dal sostantivo medievale "Tzònec" che identificava in genere gli abitanti di una zona recintata o fortificata. Con analogo significato di "recinto" o zona cintata sono le antiche voci, iberica "düno" e germanica "dönk", che nella parlata comune possono essere facilmente passate poi a "Süno" o "sönoc".


LA STORIA :

    La presenza in zona di antichissimi insediamenti umani o il passaggio di gruppi di uomini preistorici, forse cacciatori che si erano spinti in alta Valle Camonica o che erano scesi dalla non lontana Valtellina, seguendo la cacciagione in fuga, è attestata da alcuni utensili in selce ma specialmente da belle incisioni rupestri che sono state individuate sul (Còren de le fàte) Corno delle Fate, a circa 800 m. di quota. Questo sito è uno sperone roccioso posto in stupenda posizione panoramica, su cui gli antichi sacerdoti del popolo dei Camuni (del ceppo Ligure e poi Celtico) sicuramente, come in altri siti elevati e perciò più vicini algi dei, celebravano i loro ancestrali culti pagani. Le varie incisioni rupestri trovate sul Corno rappresentano infatti dei simboli solari, delle figure di idoli, degli ominidi ma anche animali, armi e palette. Altre incisioni sono state rinvenute su alcune rocce levigate poste nei pressi del dosso "Fobbio", ai cui piedi doveva transitare l'antichissimo sentiero che collegava i primi insediamenti abitativi della zona: i borghi di Garda e di Rino.
    La posizione elevata e panoramica del paese di Garda, da cui si domina un vasto tratto della valle sottostante, dovette essere il motivo principale perché nella zona venisse insediato, già in epoca pre-romana, un recinto fortificato, un castelliere o una torretta di avvistamento per il controllo visivo dell'alta Valle Camonica: dalla zona che inizia alla "strettoia" sopra Cedegolo, alla impervia valle di Paisco, fino ad oltre Edolo.
    Anche i Romani, dopo la conquista della Valle Camonica, nel 16 a C., posero nella zona un punto di cambio cavalli, forse custodita e sorvegliata da una piccola guarnigione o impiantarono una stazione di posta. La loro presenza è chiaramente attestata anche dai resti di un ponte che, venuto alla luce durante l'alluvione del 1960, in località Dassa (dove sorge un altro ponte sull'Oglio, molto più recente, e un sovrappasso ferroviario che, nel 2010, è stato inagurato per evitare una strettoia, sulla SS42, che aveva creato per decenni un strozzatura alla viabilità di tutta l'alta Valle Camonica), è caratterizzato da un arco a sesto ribassato e da pietrame locale con conci fortemente e saldamente incuneati tra loro.
    Una prima certa documentazione dell'esistenza di un centro abitato (vicus), dove oggigiorno sorge il borgo di Sonico, è posteriore alla dominazione Longobarda e successivo alla conquista Carolingia: nell'anno 842, Autchari, in accordo con il fratello germano Alcario, "Duchi dell'alta Valle Camonica", investirono il ricco monastero di San Ambrogio di numerosi beni, vaste proprietà e servizi sulle terre di Sonico: il documento diomostrava che i Longobardi, in circa 400 anni di dominazione, si erano radicati profondamente anche nell'alta Valle Camonica, ma con il sopraggiungere dei Franchi dovettero cedere le loro proprietà.
    Forse anteriore all'anno mille è la costruzione di un edificio fortificato (forse una rocca o un castelaltico) a Rino: ne è testimonianza una bella torre che sorge in piazza Sant'Antonio. L'importanza del sito in epoca medioevale è attestata anche da un vasto caseggiato, annesso alla torre, che dovette essere edificato, forse su una costruzione precedente, nel 1200 e poi ampliato nel secolo successivo. Interessante è il portone principale a tutto sesto. Passato l'anno mille, le terre di tutta la zona, vennero inglobate nelle proprietà della Curia vescovile di Brescia (il vescovo di Brescia aveva anche il titolo di Duca della Valle Camonica) che nel 1198 concesse, a titolo livellario (e cioè solo per lo sfruttamento del soprassuolo) l'affitto di numerosi appezzamenti. Sono diversi gli atti ufficiali che riportano i testi di questi (contratti) giuramenti che furono frequenti (e forse necessari per ribadire, a diverse scadenze, la supremazia e il possesso della lontana Curia) nel 1200, 1233 e 1299 ma anche pere tutto il secolo successivo.
    Importanti e antiche famiglie bresciane e della Valle Camonica, giurando fedeltà alla Curia, ebbero a Sonico vasti possedimenti e ricevettero molti diritti feudali che il Vescovo di Brescia concedeva per la riscossione delle imposte e la ricca raccolta delle decime che andavano poi all'antichissima pieve di Edolo. Di queste stirpi che in zona, dopo l'infeudamento vescovile, rivendicarono per un lungo periodo dei diritti e privilegi di proprietà e possesso vanno ricordati i Ronchi di Breno, i Federici di Erbanno (uno dei tanti rami in cui si divideva questa famiglia che ricevette benefici anche da Federico Barbarossa, da cui sembra abbiamo preso il nome), i Magnoni di Malonno, i Personi di Ossimo, i Dalla Torre di Cemmo che nella zona rivendicarono privilegi fino oltre il 1300.
    Fu solo verso la fine del 1200 che Sonico venne staccato dalla grande Pieve di Edolo e ottenne il fonte battesimale ed ebbe la possibilità di far svolgere nella chiesa del paese i propri servizi religiosi. Questa indipendenza religiosa (che era anche indipendenza economica, dato che le decime non venivano più inviate a Edolo, ma investite nella parrocchia locale) dovette essere riaffermata ufficialmente anche nel 1459 quando, in zona, fece sosta il delegato, inviato in alta Valle Camonica, del Vescovo di Brescia, monsignor Benvenuto Vanzio che con atto ufficiale documentò, finalmente, la definitiva avvenuta separazione.
    Fu nel 1500 che a Sonico venne eretta la parrocchiale di San Lorenzo che fu edificata dove prima esisteva una semplice diaconia che oltre a luogo di culto era anche posto di rifugio e riparo (ospizio) per pellegrini e poveri. Gli ospizi erano una presenza frequente in tutto l'arco alpino e sorgevano lungo le strade percorse dai pellegrini, dai viandanti ma anche dai mercanti. E' documentato che proprio a Sonico era già presente, nella stessa epoca, anche un altro (e forse più importante e antico) ospizio che però sorgeva sul dosso posto ad ovest dell'abitato di Sonico, dove poi fu edificata la chiesa di San Andrea. Era antichissima consuetudine, per i parrocchiani di questo tempio, stendere delle lenzuola bianche sul sagrato, prima dell'inizio delle funzioni religiose o di riti propiziatori (molti dei quali di chiara origine pagana e che risalivano all'epoca pre-romana dei riti naturali dei Camuni), perché visibili da molto lontano e fungessero da richiamo ai fedeli, dato che le campane non erano ancora presenti sui campanili di molte chiese.
    Sul bel santuario della Madonna della Pradella esiste una "bota" (una storia locale, trasmessa oralmente: metà verità storica ma metà anche leggenda) che si è tramandata fino ai nostri giorni e che racconta come sul campanile venisse issata la più antica campana della Valle Camonica e forse di tutte le terre bresciane: la data fusa su questa campana è quella del 1421: dunque testimone attendibile della propria veneranda età. Si racconta anche che il nobile Omobono dei Federici di Sonico, durante la fusione della campana, che avveniva sul sagrato e nei pressi del campanile, abbia gettato, nel crogiolo ardente, con un gesto teatrale, le proprie argenterie perché la campana stessa, fusa con questa lega così impreziosita, potesse avere "un timbro più squillante nel cielo delle montagne".
    Solo nel 1630 la parrocchiale di Rino ottenne la separazione da quella di Sonico che fino ad allora era ritenuta la chiesa madre e in cui si svolgevano tutte le funzioni religiose (che in quel periodo avevano anche un profondo significato politico e amministrativo). Come in altri numerosi paesi della Valle Camonica, anche per Sonico, dall'epoca romana, durante tutto il medio evo e poi sotto la lunga dominazione della Serenissima Repubblica Veneta, una grossa fonte di reddito e ricchezza fu l'estrazione e la lavorazione di materiali ferrosi. Numerose erano le fucine e i forni fusori tra cui uno di proprietà della potente famiglia bresciana dei Martinengo che aveva vasti possedimenti in tutta l'alta valle.
    Una certa notorietà, non solo locale, ebbero numerosi artigiani Sonicesi che, insieme a quelli di Santicolo di Corteno, gestivano una rinomata scuola di arte muraria da cui partivano numerosi lavoratori che si recavano anche in stati esteri e molto lontani a costruire palazzi e magioni signorili ma specialmente edifici religiosi.
    Anche Sonico e le sue terre furono colpiti a più riprese da carestie e pestilenze. La più tragica e devastante fu la grande peste del 1630 (di Manzoniana memoria) che ridusse, in brevissimo tempo, quasi della metà la popolazione residente.
    Nella millenaria storia della Valle Camonica grandi sventure naturali colpirono periodicamente queste terre: erano le inondazioni che l'Oglio o i numerosi e violenti torrenti, non regimentati per secoli, procuravano ai borghi che attraversavano o lambivano. Ma specialmente erano i furiosi incendi che, avendo facile esca nelle abitazioni costruite prevalentemente in legno, devastavano case e opifici: anche a Sonico alcuni di questi disastri fecero grandi danni e molte vittime.
    Come in quasi tutti i paesi della Valle Camonica, anche Sonico, a causa delle difficili condizioni di vita, ha conosciuto la piaga endemica dell'emigrazione, che raggiunse notevoli flussi negli anni 1904/1905: furono 177 i Sonicesi, su una popolazione di 1441 residenti ad andarsene anche in terre lontane a crecare fortuna, mentre ancora negli anni dal 1946 al 1960, su 1840 residenti, furono in 323 a emigrare. Sonico negli ultimi anni, forse per la sua vicinanza a Edolo, ha ripercorso le tappe del più popoloso vicino e sfruttando la sua vocazione turistica (specie nelle piccole frazioni montane), si è affacciato a questo settore.


DA VISITARE:
La Parrocchiale di San Lorenzo a Sonico fu edificata nel 1500 sul luogo dove prima era posta una antica diaconia-ospizio, che era stata per secoli sito di rifugio e protezione per pellegrini e viandanti. Fu ampliata nel 1600 e contiene diverse tele del 1500 e del 1600 come una "Madonna del Rosario" opera di Virginio Domenighini da Borno, datata 1617 e commissionata dalla famiglia Federici e una tela raffigurante i "Santi Carlo e Rocco" di Gerolamo Troiano del 1640. Sono presenti, a ringraziamento e memoria dei sopravvissuti alla peste, sopra un altare degli ex voto contro il flagello mortale. L'altare maggiore, datato nei primi anni del 1700, ha il paliotto in legno attribuito al Piccini (secondo altri studiosi invece l'autore sarebbe lo Zotti).
La Chiesa di Sant'Andrea è posta su un'altura ad ovest del centro abitato di Sonico. Eretta seguendo classici stili dalle linee romaniche fu edificata nel 1100 e terminata nel secolo successivo. Anche quest'antico edificio fu ospizio per pellegrini e viandanti. Fino al 1500 fu anche la prima parrocchiale di Sonico. Un'antica tradizione (già riportata sopra nella storia locale) ricorda l'abitudine di stendere sul sagrato delle lenzuola per annunciare l'inizio della messa.
Il Santuario della Madonna della Pradella fu eretto nel 1400, ma numerosi sono stati gli interventi nel corso dei secoli successivi: anche attualmente luogo di pellegrinaggio, come lo fu per secoli. Sulla parete di fondo del tempio è visibile una statua della "Madonna con Bambino". Della campana posta sul campanile, recante la data 1421 (la più antica di tutta la provincia di Brescia) si è già scritto nella storia.
Nella bella frazione di Rino possiamo ancora notare la struttura muraria di una Torre medievale, in piazza Sant'Antonio. Questo antichissimo manufatto, di chiara origine militare, risalirebbe a prima dell'anno Mille.
La Parrocchiale di Sant'Antonio Abate sempre a Rino, reca sul portale, in marmo chiaro, la data del 1750. Il campanile, in granito adamellino, risale invece al 1600. Di notevoli dimensioni all'interno del tempio è un affresco dipinto dal Corbellini del 1700.
A Garda la Parrocchiale di Santa Maria, del 1700, era stata eretta in classico stile barocco alpino. L'interno è ampiamente decorato a stucco. La soasa dell'altare maggiore ed il pulpito risalgono al 1700 e sono in legno di noce. Un pannello in altorilievo rappresenta la "Natività di Maria".
La Chiesa di San Lorenzo sempre a Garda, è datata 1559 e fu ampiamente rimaneggiata nel 1600. Al suo interno, di notevole bellezza, si può ammirare un dipinto, racchiuso da una soasa di legno del 1600, raffigurante la "Madonna del Rosario".

LOCALITA' COMUNALI E FRAZIONI:
(Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).
Albarina (Albarina) costa di monte scoscesa, sopra Sonico dai m.740 in su: il toponimo deriverebbe da "albara" o "albèra" (pioppo) con termine al diminutivo forse per definire una zona ristretta.
Aldarocco (Aldaròch) a m.1.550: località montana su cui era segnata, già su mappe del 1850, una baita, adibita forse ad alpeggio estivo, situata in Val Malga a sud-est di Rino di Sonico.
Asbriser (Asbrishèr) a m.1.225 : "L'Asbrishèr" è uno spiazzo erboso semipianeggiante, in Val Malga, sotto il monte Castel Camosci.
Bombià (Bombià) a m.1.961: località nella valle del torrente Rabbia tributario dell'Oglio a Rino di Sonico. La "Val del Rabbia" erta e rocciosa, dall'antichità era ritenuta sede di frequenti ed improvvisi temporali, da cui il nome al torrente preso dal termine onomatopeico "bomb" che indicava il suono del tuono e poi identificato in acquazzone.
Calcinaio (Calshinér) a m.2.478: un "Corno Calcinaio" è a sud-est di Sonico sul versante sinistro di Val Malga, lungo la cresta di displuvio. "Calshinér" è la pila di materiale calcareo per comporre la calce o la calcina. Il monte "Marsér" è situato nello stesso gruppo roccioso: entrambi i nomi accennano a sgretolamento della roccia che friabile diviene simile alla calce e probabilmente questo nome deriva dalla voce dialettale.
Camosci (Camósh) a m.1.736: il "Castèl Camósh" (Castello Camosci) è una punta che svetta nella cresta rocciosa meridionale della Val Rabbia che si apre a sud-est di Sonico.
Caritate (Caritàt) m.1.200 circa era localizzato un "Prat del Caritàt" (Prato delle Caritate) a sud di Garda, frazione di Sonico, sul versante sinistro della Valle Camonica. Il toponimo deriva quasi di certo dal vocabolo latino "Caritas", "Caritatis" (benevolenza, carità).
Casadecla (Càdécla) a m 1.300, località sul versante destro di Val Malga percorsa dal torrente Remulo che è un affluente di sinistra dell'Oglio poco sotto l'abitato di Rino.
Cavalone (Cavaiù) a m1.200, località nord-est di Sonico. "Caedagna" è voce dialettale che indica quel lembo di terreno intorno ai campi usato per caricare e scaricare materiale o derrate dai carri. La stessa voce identifica anche il ciglione di materiale di riporto, di solito dei sassi o delle sterpi (ammucchiati) ai bordi dei campi stessi.
Ceno (Ceno) a m.2.250: già su una mappa catastale della Repubblica Veneta, nel 1805 era riportata un antica baita a sud-est di Sonico nella Val Miller, a nord dei corni di Cevo, e da questa posizione, per il toponimo, si può pensare ad una relazione con il nome del paese di Cevo.
Cevo (Céf) a m.2.200 è segnata, su alcune carte militari del 1800, una località montana che prende il nome di "Ca' di Céf" nella Val Miller nell'alta Val del Remulo. Il termine ha la stessa etimologia del nome del non lontano paese di Cevo: da "Clivius".
Cigola (Shìgola) a m.1.100: su una vecchia mappa militare del 1750 era segnata una "Cadìna del Shìgola" a sud-est di Sonico nel versante destro di Val Malga sotto Catel Camosci. "Sìgoli" e "sìgole" sono termini derivati da "shìgola" (cipolla)e la particella "del" accenna ad un soprannome e "shìgola" è un soprannome abbastanza diffuso, anche ai nostri giorni, in molti paesi della Valle Camonica.
Coppo (Cóp) a m.2.270: "Shìma Cóp" (Cima Coppo), mentre a m.2.630 c'è il Passo del Coppo all'inizio della Val Malga, tributaria di sinistra dell'Oglio a Rino di Sonico. "Cóp" (tegola) ma "Copo" è anche voce sassone da cui "còppe" (colma, cima).
Cucchenda (Cüchènda) m.1.200: località a sud-est di Sònico nel versante destro di Val Malga. Forse il nome è derivato da "cùca" (cocuzzolo) o da "Cücha" (angolo di terra o cuccia per cani) ma potrebbe anche trattarsi di un riferimento al nome Cucco poiché fino al 1600 esisteva, anche in Valle Camonica, la nobile famiglia Cucco.
Dassa (Dàsha) m.621: ponte di Dazza (Dàsha) sull'Oglio, a sud-ovest di Sònico. "Dasa" è diffuso termine dialettale che indica un ramo verde d'abete. Nel 2010 è stato inaugurato, di fianco al ponte, un nuovo sovrapasso ferroviario, sopra la SS42, dato che il manufatto precedente, risalente all'inizo del 1800, creava una strozzatura a tutta la viabilità.
Diga (Diga) località in Val Miller, a sud-est di Sònico.
Dosso (Dòsh) m.1.180: "il Dosso" è un rilievo a sud-est di Garda e viene dal diffuso termine "dorsum" (dosso).
Duei (Düèi) m.2.600: "Corni Duei" erano posti sul versante destro di Val Malga e sinistro di Val Rabbia, a sud-est di Sònico. A sud dei corni vi sono vari toponimi che prendono il nome "Dürel" che viene forse da "Durello" che deriverebbe a sua volta da "dür" (duro, aspro).
Durello (Dürèl) m.2.000, già nel 1800 era presente una Malga Durello sottostante ai laghetti di Durello a m.2.650 a nord-est di Sonico: anche in questo caso il toponimo deriva da "Dür" (duro, aspro).
Fasce (Fashe) m.600: località nei pressi dell'abitato di Sònico. "Fasha" è termine dialettale per "fascia" che indica una striscia di pannolino o d'altro, lunga e stretta ma il termine al plurale le "fashe", in Valle Camonica, stà ad indicare campi rettangolari molto più lunghi che larghi.
Fletta (Fleta) a m.1.182: il Passo del Fletta e, poco lontano, erano segnate su carte militari della Repubblica Veneta, due sottostanti "cascine Fleta", a sud-ovest di Sònico ma sul versante di destra della Valle. Il toponimo (diffuso in utto l'arco alpino) verrebbe dalla conformazione del terreno, dato che una vecchia mulattiera, che attraversa il passo, faceva un angolo sensibile e "flexus" è termine che indicava una curva.
Fobbia (Fòbia) m.1.191: un "Dosso Fobbia" e un sottostante (prato) "Fobbia" a m.1.048, sono localizzate a sud-est di Rino di Sonico. Il termine deriva dal latino "fovea" (fossa) ed è diffuso in molti comuni valligiani.
Fontana (Fontana) m.1.200: "Fontana Buoi" è la denominazione di una località a sud-est di Sonico sul versante destro di Val Malga. Fontana, oltre ad identificare una pozza o sorgente è anche cognome molto diffuso in provincia di Brescia e in Valle Camonica.
Fregadè (Fregadé) a m.1.300 è segnata, su una antica mappa catastale, una località "Fregadé" su cui sorgeva un "Bàit del Fregadé", a sud-est di Rino di Sonico. Il toponimo (con diversa accentuazione) potrebbe derivare da "fregada" (fregata, imbroglio), posto al plurale.
Frino (Frì) m.1.500, era localizzata, fin dal 1870, una "Malga Frino" a sud-est di Rino di Sonico, in fondo a Val Malga.
Gatto (Gat) m.2.355: il "passo del Gatto", detto anche "salto del gatto" è localizzato in quota a sud-est di Sònico e del lago Baitone. Il toponimo, come in casi simili, è sicuramente simbolico.
Glera (Gléra) m.775: località a sud di Sònico sulla destra del torrente Rabbia, tributario di sinistra dell'Oglio: "glarea" è la ghiaia.
Granate (Granate) a m.3.111 il Corno delle Granate e a m.3.054 il Passo delle Granate, sono localizzati a sud-est di Sonico e a nord-ovest del Lago Baitone. Dai secoli scorsi (forse già nel 1600) si sapeva che nella roccia del monte e nei suoi massi detritici siano contenuti bellissimi esemplari di granate: materiale diffuso anche in altri siti montani vicini (monte Colmo di Edolo e in Adamello).
Greano (Greà) m.600: località posta poco a sud-ovest di Rino di Sonico alla destra del torrente Remulo confluente di sinistra dell'Oglio.
Laghi (Lagh; Lach) m.2.770 e m 2.800 sono posti i "Laghi gelati" a sud-est di Sonico e della roccia Baitone, a nord-est del lago Baitone.
Un "Lago Bianco" è invece a quota m.2.536, mentre
un "Lago Lungo" è a m.2.527.
Un "Lago Rotondo" è aperto a m.2.437.
Su una mappa militare, del 1750 era già segnata anche
una "Malga del Lago" presso la riva del lago Baitone a m.2.250.
Anche a m.690 è segnata una località che prende questo toponimo, a sud-ovest di Sonico presso la riva destra dell'Oglio.
Lago Baitone (Lach del Baitù) a m.2.247 si apre il bel lago posto a sud-est di Sonico e a sud del Corno delle Granate. Tutta la conca che racchiude il bacino è detta del Baitone. Lo specchio d'acqua è posizionato a nord-est tra il Corno Baitone (m.3.331) e a nord tra la Roccia Baitone (m.3.337). "Baitù" è l'accrescitivo di "bait": capanna, rifugio di montagna. Lagùne (Lagü) m.1.230: una località "Lagùne" era ad est di Sonico, sul versante destro di Val Gallinera. La topografia del luogo, concavo e a catino darebbe l'idea di un lago anche se, in questo caso non si ha memoria alcuna della presenza di specchi d'acqua.
Listoni (Listù) m.2.751 scendendo fino a m 2.055 sono rilevati i "Listoni del Miller": una cresta di monte a sud-est di Sonico, alla testa di Val Malga. "Listù" è l'accrescitivo di lista (striscia). Le rocce, di formazione sedimentaria, scendono e degradano in grandi strisce oblique.
Lussero (Lùsèr) piccola Valle a sud-est di Sonico, tributaria di destra del Remulo, confluente di sinistra dell'Oglio sotto Rino di Sonico.
Magnòlo (Magnöl) m.2.517: il monte "Enrico Magnolo", a sud-est di Garda. "Magnöl" è diminutivo di "magn" (magno, grande).
Malga (Malga) ampia valle a sud-est di Sonico percorsa dal fiume Remulo, tributario di sinistra dell'Oglio a sud-ovest della frazione Rino. "Malga" (stalla di alta montagna per l'alpeggio in cui era ricoverata la mandria) e a m.1.500 era posizionata, già alla fine del 1800, una "malga Olda" (alta) di Garda, a sud-est della frazione.
Marese (Marese) m.1.019: un "Corno Marese" è localizzato a sud-est di Sonico, all'imbocco di Val Gallinera. "Mara" è voce antica per identificare un corso d'acqua montano. Nello stesso territorio vi è anche un rilievo chiamato "Pala Marosa", forse una deformazione del toponimo che potrebbe derivare dal termine, presente nel vicino trentino, "marizzare" indicante un riposo pomeridiano (una specie di pennichella).
Marini (Marini) a m.1.041 sono segnate alcune cascine a sud-est di Sonico in Val Malga. Marini è cognome a Sonico e in valle Caminoca e abbastanza diffuso nella bassa bresciana specialmente a Castelcovati.
Marosa (Maròsha) a m.2.281: una "Pala Marosa" è un monte a sud-est di Sonico sul versante sinistro di Val Malga. "Maròs" o "maralsa" è l'ontano delle vette, ossia la betulla e, in Valle Camonica, il "marösen" è il sorbo, pianta abbastanza diffusa nei boschi camuni.
Marser (Marshér) m.2.776 : rilievo montuoso a sud-est di Sonico, sul versante sinistro di Val Malga. Il monte è una conformazione rocciosa e scoscesa come la vicina Pala Marosa, questa roccia è molto friabile e "marsha" deriva dal dialetto "marsh" (marcio).
Miller (Miller) a m.3.373 è posto il Corno Miller e a m 2.826 il Passo Miller, a sud-est del Corno. Il luogo è anche identificato, su alcune vecchie mappe militari, da un laghetto e una zona paludosa nel fondo della stessa Val Miller. Questa ampia zona montuosa si apre a sud-est di Sonico, sotto il monte Adamello.
Mollo (Mul) m.627 e m 677: località sotto Rino di Sonico a sud-ovest tra l'Oglio e il Remulo. Il toponimo, diffuso in molti comuni viene ad "mòl" (molle), identificando un terreno umido e cedevole.
Montagna (Montagna) a m.1.550 era segnata, su vecchie mappe catastali, un sito denominato genericamente "Montagna di Garda", a sud-est della frazione. L'identificazione del nome "montagna" è da leggere in senso di area pascoliva o boscosa.
Montoffo (Montùf) da m.1.550 scende una località a sud-est di Rino di Sonico, sul versante destro di Val Malga. "Tuf" identifica quella scanalatura nel terreno, alcune volte naturale, ma anche artificiale, molto ripida, in cui venivano incanalati e mandati a valle i tronchi tagliati nei boschi. Nella stessa zona si trova anche una "malga Toffo". Potrebbe anche essere che questo nome derivi da "mont" (monte) e "tuf", inteso come tufo, cioè il tipico terreno leggero e da sedimento.
Paisone (Paishù) a m.620, prato aperto ad ovest di Sonico presso la destra dell'Oglio. "Paìsha" è il sambuco acquatico e "Paishù" è l'accrescitivo del termine, ad indicare che in zona vi era questa pianta.
Palazzina (Palashina) a m.1.250 è riportata un sito ricoperto da un bosco, ad est della frazione Garda di Sonico.
Pareclo (Parèclo) a m.1.100, località a sud-est di Rino di Sonico sul fianco sinistro di Val Malga. Il toponimo deriva da "Pareclum":vestimento.
Pedimonte (Pedemónt) a m.540: zona prativa posta a sud-ovest di Sonico, presso la riva destra del torrente Remulo.
Pescal (Pescàl) a m.1.104: sito ad ovest di Sonico, ma sul versante opposto della Valle, presso la destra dell'Oglio e a quota più elevata.
Piane (Piane) a m.1.250. località a sud-est di Rino di Sonico sul fianco destro di Val Malga. Il nome è giustificato dalla conformazione del terreno: "Piane" o pianèi" sono detti, in dialetto camuno, i campi o degli orti in pendenza coltivati di solito a cereali.
Pilatti (Pilàti) a m.1.350: piccolo spiazzo a sud-est di Rino di Sonico sul fianco destro di Val Malga. Pilatti è cognome del luogo.
Plazzo (Plash) a m.1.200: sito pianeggiante a sud-est di Rino di Sonico sulla vecchia mulattiera che conduceva in Val Malga: "Plash" (spiazzo).
Planetti (Planèç) a m.1.160: località posta a nord-est della frazione Garda, sopra un'area pianeggiante: "Planèç" è l'identificazione di piccoli piani, dal diminutivo plurale di "pla" (piano).
Plem (Plèm) a m.: 3.187, a m.2.900 e a m.2.774 sono localizzati, con lo stesso toponimo: una Cima, una Boschetta e un Corno di Plem a sud-est di Sonico, a nord-est e ad est del Lago Baitone. Questi toponimi deriverebbero da antichi nomi personali.
Plotel (Plötèl) a m.540: sito a sud-ovest di Sonico tra l'Oglio ed il Remulo: la "Plöta" o "plöda" o "piöda" è quella pietra piatta, nera che si presenta a scaglie, anche di buone dimensioni, e che, fin dai tempi antichi era usata per coprire i tetti e "Plotèl" suona come diminutivo.
Pomsecco (Pomshèch) a m.530: località a sud-ovest di Rino presso la riva destra del Remulo: "Pom" (pomo, albero e frutto) e "shèch" (secco). In questo caso la toponomastica fa riferimento all'albero secco, che ha cessato di vegetare (pomo secco).
Porcelli (Porshèi) a m.700, sito a sud-ovest di Sonico ma sul fianco opposto della Valle: "Porshèi" è il plurale di "porc" (porco) perciò: porci.
Pradella (Pradèla) antica contrada a nord di Sonico: da "prada" (prati).
Pradesella (Pradashèla) a m.1.200, località ad est di Sonico sulla vecchia mulattiera che portava a Stablo. Questa vecchia strada era posta, per un buon tratto, sopra un poggio tra due rampe da cui "Shèla" (sella), sinonimo anche di passo. Forse però "Pradesèla" è temine anche per definire una piccola parte di terreno (praticello).
Premassone (Premashù) a m.1.600: su una mappa catastale della Serenissima Repubblica Veneta era già segnata una vecchia malga a sud-est di Rino di Sonico presso la sinistra del torrente Remulo. Lo stesso nome identifica a m. 3.075, a m. 2.847 e a m. 2.751 un Corno, poi un Passo e un Lago a est di Sonico ed a nord-est della Malga Premassone. "Mashù" suona come accrescitivo di "mash" (località sui monti): dunque parola composta da "pré" e "mashù".
Rabbia (Rabia) valle e torrente a sud-est di Sonico che scendono dalle cime del Baitone: la Valle è molto scoscesa e ripida per cui prende il nome dal termine "rabidus" (rabbioso).
Rampini (Rampì) a m. 1.450 e m 1.500, località a sud-est di Rino di Sonico sul fianco destro di Val Malga. Rampini è un cognome ma, in dialetto camuno "rampì" (rampino) anche un soprannome, piuttosto diffuso, per indicare persona attaccabrighe o insistente.
Reghel (Réghel) a m.950: località a sud-est di Sonico sul fianco sinistro di Val Malga. "Reku" è una antica voce prelatina che identifica un torrente ma anche un pendio molto ripido.
Regorè (Regorè) a m.692: sito a sud-ovest di Sonico, sul versante opposto della Valle.
Remulo (Remùl) torrente che percorre la val Malga tributario di sinistra dell'Oglio a valle di Rino di Sonico. Sul cono di deiezione si trovava una piccolo aglomerato di case: Mul e "Re" è nome comune di torrente da cui probabilmente viene "Re de Mul". A m.2.951 si trova il "Corno Remulo" sullo spartiacque tra le valli Miller e Salarno, a sud-est di Sonico; il nome al Corno fu dato dal noto alpinista Prina.
Restello (Restèl) a m.540 è posto una prato a sud-ovest di Sonico presso la riva sinistra del fiume Remulo: "Restèl" è cancello o rastrello.
Rino (Ri) a m.650: antica frazione a sud di Sonico a cavallo del torrente Remulo: il toponimo "ri" è nome comune di torrente.
Rosso (Rósh) a m.600: località a sud-ovest di Rino, presso la riva sinistra del Remulo: "Rósh" è sia il colore rosso, che uomo dai capelli rossi, forse per identificare un vecchio proprietario .
Santa Maria (Shànta Maria) a m.675 piccola antica santella a nord di Sonico.
Sant'Andrea a m.637: antica chiesetta sulla destra dell'Oglio a sud-ovest di Sonico.
Sareto (Sherét)
a m.860, dossello a sud-est di Mu ed a nord-ovest di Sonico. Questo toponimo è molto diffuso in Valle Camonica e viene da "cereto" a sua volta preso da cerrus (cerro ghiandifero: cinghale).
Spineda (Spinéda) a m.690, località a sud-ovest di Sonico ma sul versante opposto della Valle. Il termine, diffuso anche in altri comuni viene da "spinetum" (siepe di spini).
Stablo (Stablo) a m.1.176 e m.1.228 due località poste a sud-est di Sonico sul fianco destro di Val Gallinera su cui erano presenti delle malghe, forse per l'alpeggio, e il toponimo deriva da "stabulum" (stalla).
Stila (Stila) "Costa Stila" è una fenditura del terreno, posta lungo il dosso a sud-est di Rino di Sonico, che scende dal monte Magnolo.
Timiline (Timiline) a m.1.550: passo aperto a sud-est di Sonico tra le Valli Rabbia e Gallinera. Il toponimo verrebbe da "timolina", nome volgare del sorbo corallino, arbusto diffuso sull'arco alpino.
Toffo (Tuf) a m.900: località ad ovest di Sonico ma sul versante opposto della Valle. In Val Malga a sud-est di questo sito si trova una vecchia malga Montoffo. "Tof" in Trentino è un termine per indicare il fondo di due coste (o di un canale) dal quale si fanno scendere i tronchi abbattuti e lo stesso toponimo verrebbe da "tubus" (canale).
Val Rossa (Vai Róshe) a m.2.743 sono riportati, su alcune mappe militari, una "punta di Val Rossa" e il sottostante "Passo di Val Rossa" posti a sud di Rino di Sonico nel versante destro di Val Malga. Il nome proverrebe dal colore delle rocce.
Valbonei (Valbonèi) a m.950: località a sud-est di Rino di Sonico sul fianco destro di Val Malga. Bonelli è cognome e in dialetto locale: Bonèi.
Valloni (Valù) questo toponimo, piuttosto diffuso, identifica parecchie piccole valli che sono poste a sud-est di Sonico e che scendono dal Pian della Regina nel fianco sinistro di Val Malga.
Vendular (Vendülàr) il Rio Vendular, a sud-est di Sonico, scende dal monte Magnolo. Il nome verrebbe da "Vendolaro" che a sua volta proviene da "Vendül" (Valanga) e "Vendülar" suona dunque come luogo di valanghe.
Villincampo (Vilincàp) a m.700: località a sud di Sonico sul fianco destro di Val Rabbia. Il toponimo viene da "cap" (campo) e la traduzione dal dialetto sarebbe "villa in campo", forse per la presenza di una vecchia abitazione di cui ora non si ha più traccia.

Copyright © INTERCAM Darfo Boario Terme (Brescia - Italy)