Stemma Temù Temù
Temunesi (Cèch, Cìch) :
1.097 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 43 H.m.: 1.144 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
Da BRESCIA e BERGAMO
Km.
112
Da MILANO
km.
162
FRAZIONI
Lecanù, Montagna, Villa D'Allegno
CAP. : 25050



IL NOME:
Temù (Temo - Temu) Per alcuni studiosi di toponomastica il nome Temù deriverebbe dal vocabolo ligure-iberico "tö", monosillabo di "duno" che identificava un recinto per gli animali, e dal celtico "mag" o "mog" che significava "campo abitato". Generalmente però si pensa che "Temù" sia un sostantivo appartenente ad una lingua antica, ormai perduta nel tempo.


LA STORIA :

    La storia di Temù, fin dai primordi, vista la vicinanza e la continuità territoriale, unita anche dalla lunga comunanza politico-amministrativa, è legata a quella di Ponte di Legno e agli altri piccoli borghi (Villa D'Allegno, Pontagna ecc) sorti nell'estrema propaggine nord della Valle Camonica, alle pendici vallive poste di fronte al massiccio dell'Adamello e su quella linea di confine che per millenni, passando per il monte Tonale e il suo passo, è stata linea divisoria naturale tra la Lombardia e il Trentino.
    Fu solamente verso la fine del 1700 che il Senato veneto, con una apposita delibera dogale, diede autonomia, creandoli comuni amministrativamente indipendenti, gli antichi paesi di Villa D'Allegno, Pontagna e appunto Temù.
    Come scritto anche nella storia di Ponte di Legno il nome "Daligno" risulta citato per la prima volta nel 994, mentre con atto notarile del 1158, è documentata l'infeudazione, da parte del Vescovo di Brescia Raimondo, della potente famiglia bresciana dei Martinengo, in alcune proprietà della Curia, con benefici e possibilità di riscossione tasse e decime.
    Circa duecentocinquant'anni dopo sulle terre di Temù, nel 1388, gli stessi diritti di riscossione vennero elargiti, con conferma nel 1399, a Francesco da Pontagna, nella veste di sindaco e procuratore a Dalegno, che agiva ancora in nome del Vescovo.
    La Curia bresciana, che era beneficiaria di diritti su vastissimi territori, vista la lontananza della città dall'alta valle e nell'impossibilità di raccogliere direttamente le tasse e i balzelli, incaricò a più riprese per la riscossione dei diritti feudali e delle decime, dei suoi rappresentanti nominati tra i membri di alcune famiglie camune e nel 1442 i temunesi Pietro Capelli e Giovanni Segalini vennero investiti di questo importante e lucroso compito.
    Le prime chiese, nucleo importante per ogni borgo, che furono costruite a Temù e Pontagna furono quelle dedicate a San Bartolomeo e a Santa Maria ma, per secoli, dovettero dipendere dalla più antica parrocchia di Ponte di Legno.
    Era il 1410 quando il signore di Milano, Giovanni Maria Visconti, in una delle tante concitate fasi delle continue guerre tra il Ducato milanese (con i Visconti e poi gli Sforza) e la Serenissima Repubblica Veneta, creò una "Contea Franca" che si estendeva territorialmente su tutta l'alta Valle Camonica. Questa zona era indipendente sia dalla giurisdizione bresciana che da quella camuna (con sede a Breno), aveva organi amministrativi e di Jureconsulto di alta e bassa giustizia e comprendeva i feudi di Mu, Dalegno ed Edolo.
    Infeudato nella neonata contea fu un Giovanni della potente e ghibellina famiglia Federici. Ma pochi anni dopo i milanesi furono definitivamente cacciati dalla Valle Camonica dalle truppe della Serenissima Repubblica Veneta. Il Senato veneto, malgrado l'aperta partigianeria di numerosi dei Federici per Milano e i continui cambiamenti di parte degli stessi, confermò, agli eredi di Giovanni alcuni dei diritti feudali in alta Valle.
    Temù, ancora piccolo borgo posto sulla strada che conduceva verso Ponte di Legno e il Tonale, vide, durante la dominazione Napoleonica, il periodo dell'Impero Austro-Ungarico e poi nel Risorgimento italiano, il continuo passaggio di truppe sia Francesi, che Austriache che Italiane.
    Durante il primo periodo del Regno d'Italia e fino all'inizio del ventennio fascista, anche a Temù, come in altri poveri borghi della Valle Camonica, si presentò il triste ma inevitabile fenomeno dell'emigrazione per molti, specie giovani, che dovettero andarsene dal proprio paese e cercare fortuna e lavoro lontani dalla casa natale: negli anni 1904/1905 furono 34 i Temunesi, su una popolazione di appena 415 residenti ad emigrare, mentre negli anni dal 1946 al 1960, dai dati in nostro possesso, su 1329 iscittti all'anagrafe, furono 279 ad allontanarsi dal paese.
    Come Ponte di Legno, anche Temù era posto nelle dirette prime retrovie sul fronte di guerra nel primo conflitto mondiale. Il massiccio dell'Adamello, che domina dall'alto il paese, fu teatro di sanguinose battaglie, di cruenti scontri e di atti di eroismo tra gli alpini Italiani e quelli Austro-Ungarici. Questo periodo storico è ricordato nelle varie stanze del bel museo della "Guerra Bianca" che, sorgendo proprio a Temù, ha assunto anche un particolare significato evocativo e simbolico. Lo stesso sito mussale è stato ora spostato in una ltro edificio, sorto al centro del paese, ma, per "incomprensioni" tra gestori e comune, ha in parte perso la sua centralità per tutta la "Guerra Bianca" la cui sede principale è stata spostata a Colico. Solo nel 2009, il sindaco Corrado Tomasi (poi anche presidente della Comunità Montana di Valle Camonica) e il presidente dell'associazione, che da sempre gestisce il museo, Walter Belotti, hanno siglato l'accordo per i successivi 30 anni di comodato che garantirà al Museo la sua nuova sede a Temù, anche se a Colico, al forte Montecchio, è posta la "centrale operativa". Come nella vicina Ponte di Legno, anche a Temù, dagli anni '80 del 1900, si è sviluppata una forte vocazione turistica evidenziata da un notevole sviluppo dell'edilizia residenziale che ha cambiato il volto dell'antico borgo. Dal 2008 è stato anche inaugurato il "grande sogno" un demanio sciiabile di grande rilevanza che compende tutto il territorio adamellino da Temù, a Ponte di Legno al Tonale.


DA VISITARE:
La Chiesetta di Sant'Alessandro Sant'Alessandro è forse il tempio cristiano più antico della zona, di origine romanica, si trova su un antico sentiero che portava da Temù a Vione. Il campanile fu eretto nel 1200 ed è ornato da bifore e piccole finestre. La chiesa fu ristrutturata ampiamente nel 1500.
La Parrocchiale di San Bartolomeo a Temù fu edificata nel 1600 e ristrutturata nel 1800. Del primo edificio si sono conservati il portale in marmo chiaro proveniente dalle cave della vicina Vezza d'Oglio ed un piccolo portico laterale contraddistinto da una bella volta a crociera con quattro colonne, in granito dell'Adamello. Il campanile, opera di artigiani camuni, forse di Sonico, è a bifore sulla cella campanaria ed è coronato da una merlatura di classico sapore ghibellino, forse in ricordo della presenza feudale in zona dei ghibellini Federici. All'interno sono visibili alcune opere pittoriche tra cui una tela raffigurante: "Anime purganti con l'agnello liberatore". Sono di notevole fattura anche i due paliotti d'altare databili ai primi anni del 1700 e attribuiti al Piccini. Il paliotto dell'altare maggiore, databile nel 1600, è invece opera di Giovan Battista Zotti, autore pure della soasa e del tabernacolo.
La Chiesa dei Santi Martiri di Lecanù, conserva all'interno una statua del 1400, in legno, opera di un mastro d'ascia, anonimo, ma come molti altri suoi colleghi, abilissimi artigiani, proveniente dall'Alto Adige.
La Parrocchiale di Pontagna è dedicata a Santa Maria e si caratterizza dal portale in marmo bianco su cui è visibile la data del 1627. La sua struttura è chiaramente in stile barocco, e all'interno è possibile osservare il dipinto raffigurante una "Madonna col Bambino e Sant'Antonio da Padova", opera di Gian Giacomo Gaioni detto il Bate (detto anche: Bati, Batte, Boni-Bate, Borgnini, Borni, Rambotti): nato nel 1635 a Ponte di Saviore da una famiglia originaria di Borno, morì a Ponte il 29 ottobre 1700) che dipinse queste tele nella seconda metà del 1600. Questo dipinto è conservato in una soasa opera di Giovan Battista Ramus o della sua scuola. Un altro dipinto di maggior peso storico e di superiore valore artistico raffigura la "Madonna col Bambino e i Santi Gregorio e Rocco", opera databile, per la sua fattura, nel diciassettesimo secolo. Una seconda soasa, quella del presbiterio, pure opera di Giovan Battista Ramus, sempre del 1600, si ispira a moduli e stili nordici e scandinavi.
La Parrocchiale di Villa D'Allegno fu dedicata a San Martino già nel 1600, quando fu edificata in stile barocco. Al suo interno, sono degni di menzione, alcuni massicci mobili in legno locale e dei paramenti del 1500. L'altare maggiore, con un paliotto opera di Giovan Battista Zotti, è sovrastato da una pala del 1606 raffigurante la "Madonna e Santi" opera di Giovan Battista Galeazzi.

LOCALITA' COMUNALI E FRAZIONI:
(Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).
Avio (Avio) la Valle dell'Avio è a sud di Temù ed è tributaria di sinistra dell'Oglio ad est di Val Paghera. Questo antico nome deriverebbe dalla radice pre-indo europea "aba" (acqua) o dalla voce gotica "ahoa" (aiva: rimasta immutata nel dialetto camuno).
Balduino (Balduì) a m.1.758 era segnata, su una vecchia mappa catastale, una località definita "Prato Balduino" su cui sorgevano delle cascine a nord di Villa d'Allegno. In dialetto locale "Balduì" (furfante); "Balduina" (gherminella): anche in alcuni vecchi vocabolari di lingua italiana si trova il termine "balduino" per "asinesco".
Bedole (Bédole) a m. 1.157: sito boscoso a sud-est di Temù il cui toponimo, abbastanza diffuso in Valle Camonica, viene da "Béola": betulla.
Bedolina (Bedolina) a m.1.351: zona prativa sul fianco destro di Val d'Avio, tributaria dell'Oglio a Temù. "Bedolina" è diminutivo di "Bédola" (betulla) vedasi voce precedente.
Brizio (Brisio) a m.1.347: il "Passo di Brizio" è a sud-est di Temù e del lago d'Avio. Il toponimo è repso dal cognome di una guida alpina.
Buoi (Boài) a m.2.716 è localizzata la "Cima dei Buoi" (Cima Boài) e, poco sotto, a m. 2.650, un "Passo dei Buoi" sul versante destro di Val d'Avio. "Bova" è un'antichissima voce alpina per identificare un canalone montano. La voce dialettale "boài" è quasi certamente la contrazione di "bovai" da "bova" (canalone di monte ed anche antica voce veneta per canale o acquedotto).
Caldea (Caldea) a m.1.500, già nel 1800, era segnata su una mappa militare, una vecchia malga in Val d'Avio, ai piedi di una cascata, le cui acque si versano nell'Oglio in riva sinistra, di fronte a Temù. Il nome deriva dalla voce "caldera" (caldaia o grande pentola per cuocere il latte).
Calotta (Calóta) a m.3.225: monte a sud-est di Temù, nel versante destro della Val d'Avio che si apre a sud di Temù. Questo monte visto da Temù sembra una berretta bianca su di un corpo oscuro (calotta).
Calvo (Calvo) a m.2.209 svetta un Monte Calvo e a m. 2.023 una vecchia "malga del Calvo", sul versante sinistro di Valle dell'Avio. La cima del monte è pianeggiante e non ricoperta da boschi che invece coprono tutte le sue pendici, da cui la derivazione toponomastica.
Camosci (Camósh) a m.3.061: "Bocchetta dei Camosci" è a nord-est della cima Presanella. Fin da tempi antichissimi in questa zona sono stati presenti dei camosci e altri ungulati.
Casacce (Casàshe) località a sud di Gervasio, a m.1.576, a nord-ovest di Villa d'Allegno e "Casàsha" è il peggiorativo di (cà) casa.
Càsola (Càsola) a m.2.339 è presento un monte a sud-est di Temù, mentre più sotto, a m.1.734, sono una Bocchetta di Càsola" e a m. 1.700, una "baita di Càsola", forse adibita ad alpeggio estivo.
Cavadolo (Caédol) a m.1.350, località senza particolari indicazioni, a sud-est di Temù, sul versante destro di Val d'Avio. Il suffisso "édol" è indice di un collettivo e "Càe" (cave).
Cavaione (Cavaiù) a m.1.200: sito pianeggiante a sud di Temù alla sinistra dell'Oglio, nel versante sinistro della Val d'Avio. La "Caedagna" è quel lembo di terreno intorno ai campi che era usato per carico e scarico di materiale o derrate, dai carri, e identificava anche quei ciglioni di materiale di riporto accanto alle aree coltivate.
Chìgolo (Chìgol) a m.1.824: località a nord-ovest di Villa d'Allegno, sul versante sinistro di Val Cané: il toponimo verrebbe da "Chigù" che a Monno termine per indicare un'erba abbastanza diffusa e mangereccia, che cresce oltre i 1000 metri.
Cesse (Cèshe) "Le Cesse" sono una vasta area sul versante sinistro di Val di Cané, a nord-est di Cané: è ricoperta di boschi di conifere ed è in dolce pendenza: "Cessa" o cesia o cessia è termive che indica una siepe.
Coleasca (Coleàsca) torrente a sud di Temù che percorre la Val d'Avio, confluente di sinistra dell'Oglio. Curiosamente nella parte opposta della Valle Camonica è individuabile un monte "Colèash" (Coleazzo)(vedi sotto).
Coleazzo (Coleàsh) a m.3.006: sperone roccioso a nord di Temù, sul versante destro della Valle. La forma della voce è il dispregiativo per "colle brutto". Il monte è roccioso fin già verso i 2.000 metri.
Cop (Cóp) dai m.1.500 ai 2.000 sale un "Dosso del Cop" è a sud-est di Temù, sul versante destro della Valle dell'Avio, tributaria di sinistra dell'Oglio. "Cóp" (tegola). "Copo", dal sassone "coppe" (colma, cima).
Corno (Córen; Còrno; Còrnu) a quota m.2.507 era riportato, su una mappa militare del 1750, un "Corno Marcio" a sud-est di Temù, ma, nela stessa area, anche un "Corno di Mezzodì". Il toponimo deriva da "Córen" o Corna (rupe): nome diffusissimo nelle valli alpine. Fumeclo (e non Fiumeclo come riportato in alcune mappe)
(Füméclo) un "Rio Fumeclo (e non Fiumeclo come riportato in alcune mappe)", così era segnato, su alcune vecchie mappe militari del 1800, un torrente che scendeva ad est di Cané, dalla Val di Cané e sboccava nell'Oglio a Temù. Nel corso superiore dello stesso torrente, le stesse carte, lo scrivono anche "Funeclo", così era anche nominato nelle guide e nelle carte del tempo (secondo Tomasi deriverebbe da "fumo", data l'impetuosità delle acque che generano "spruzzi simili a fumi". La guida III della Valle Camonica del 1905, scrive curiosamente "il fiume Eclo" (Fumeclo) come fosse "Eclo" il nome del torrente.
Fontane (Fontane) a m.2.557 era segnata una sorgente, con una picocla pozza d'acqua, posta nord-ovest di Villa d'Allegno.
Fonte (Fónt) a m.1.161: Il Fonte (El Font), sito a Pontagna ove esisteva una sorgente e "Fónt" sta per fontana ma non è voce del dialetto camuno dell'alta valle, ma sembra sia stato importato dalla vicina Valtellina. Foppole (Fòpole) m.1.680 vi era un vecchio ponte detto "Foppoline" (Fopoline) a nord-ovest di Villa d'Allegno.
Frati (Frà) a m.3.283 sono segnati, ma solo su alcune carte del 1800, un "Monte dei Frati", una sottostante "Bocchetta dei Frati" e una "Valle dei Frati" che scende verso ovest. Una "Vedretta dei Frati" è il nome invece di una località ad est di Mu e a sud-est di Temù. Il monte è formato da tre torrioni di cui il più alto è quello centrale.
Fucina (Fusina; Füsina) un "Ponte della Fucina" era posto sull'Oglio a sud-est di Temù e il toponimo, derivando da "Füsina" (fucina) farebbe intendere che in loco vi fosse una antica fucina (mossa dalle acque).
Garibaldi (Garibaldi) a m.3.239 vi è la "Cima Garibaldi" a sud-est di Temù mentre il noto "Rifugio Garibaldi" è a m. 2.541 a nord-ovest della cima. I toponimi sono stati dati in memoria dell'eroe dei due mondi.
Gario (Garia) a m.1.570: sito posto a nord di Pontagna, alle falde del monte Coleazzo: in loco forse vi era anche una vecchia baita.
Gozza (Góse) a m.1.335, le località "Gozza di sopra" e "Gozza di sotto" erano segnate, su carte risalenti al 1750, con un gruppo di cascine a sud di Temù sul fianco sinistro della Val d'Avio. "Gosa" o "glièr" è, in dialetto locale, il ghiro.
Incavata (Incaàda) "Valle Incavata" di fuori, "Valle Incavata" di dentro sono due vallette a sud-est di Temù, nel versante destro di Val d'Avio. "Encàa" è un incavo e "encaàda" si traduce in "incavata o scavata" e questo toponimo è giustificato dalla conformazione del terreno della zona.
Laghetti-o (Laghèc; Laghèt) a m.2.600 erano presenti alcuni laghetti (glaciali), nell'alta Valle di Cané. "Laghèt" è il diminutivo di "lagh" (lago), è nome dato anche a piccole pozze d'acqua di alta montagna.
Lago (Lagh; Lach) a m.2.968: un "pas del lach" era un valico a sud-est di Temù presso l'antico confine con il territorio Trentino.
Lastè (Lasté) località a sud di Temù e a sud-ovest di una vecchia "Malga Lavédole" a m. 2.042, posta ai piedi della parete nord dell'Adamello. Questa regione è incuneata tra pareti rocciose, piena di materiali franati, tra cui enormi blocchi o lastre di granito, a cui il nome.
Lavédole (Lavédole) a m.2.042: vecchia baita a sud di Temù, all'inizio di Val d'Avio. "Bédole" (betulle), piante comuni che vegetano anche a quote relativamente alte. Altra etimologia per questo toponimo potrebbe venire dal latino "Labes" da cui "laf" (frana) con l'aggiunta di "Êtholo", "édolo" che è suffisso di un nome collettivo. La conca ove era localizzata quella vecchia malga era una regione piena di frane.
Lecanù (Lecanü) a m.1.241: località a nord-est di Temù, sulla riva sinistra del torrente Fumeclo (e non Fiumeclo come riportato in alcune mappe).
Madonnina (Madönina) a m.2.544 sorgeva, fin dal 1800, una piccola chiesa detta "Madonna dell'Adamello", presso il rifugio Garibaldi, a sud-est di Temù.
Mezzodì (Mesdé) m.2.965: il "Corno di Mesdé" e la "Valle di Mesdé" sono a sud di Temù, nel versante sinistro di Val d'Avio, a nord-est di Monte Calvo ed esposti a sud (mezzodì). Questo sperone roccioso fu scalato per la prima volta nel 1908 dagli alpinisti Materzanini e Tosana.
Mezzùllo (Mesül) a m.1.700: località a sud-est di Temù sul versante destro di Val d'Avio: "Mesus" o mansus è termine che indicava una abitazione: nel vicino Trentino è variata in "maso".
Misòl (Misöl) a m.1.620: sito a sud-est di Temù, sul versante sinistro di Val d'Avio: vicino alla località Pezzullo con stessa radice toponomastica.
Molina (Molina) a m.1.241: località a nord di Temù, sulla destra del Rio Fumeclo (e non Fiumeclo come riportato in alcune mappe): il nome molto probabilmente viene dal femminile di "molì" (molino) e potrebbe stare ad indicare che in loco vi fosse un mulino.
Orticaglia (Ortigàia) sopra i m.1.231 era segnata una località con questo nome, a sud di Temù, sul fianco sinistro di Val d'Avio, di fronte a Predazzo: "Ortiga" è l'ortica.
Palmù (Palmù) a m.1.514: sito non chiaramente indicato ma posto a nord-est di Villa d'Allegno ed a nord-ovest di Ponte di Legno.
Pizzo Quadro (Pish Quader) punta montuosa a sud-est di Temù, lungo la cresta che scende da La Calotta. Il nome deriva dalla caratteristica forma della vetta.
Plavióla (Plaviöla) a m.1.380: località a nord di Temù sotto Plazzola alla sinistra del torrente Fumeclo (e non Fiumeclo come riportato in alcune mappe). Il toponimo fa riferimento alla conformazione del terreno: "Plavis" (pianura): il luogo, un lungo prato, è infatti posto in area pianeggiante.
Plazzóla (Plashöla) a m.1.450, sito ad ovest di Villa d'Allegno ed a nord di Temù e anche inq uesto caso (come sopra) è un'area piana e "Plashöla" è il diminutivo di "plasha" (piazza).
Pontagna (Pontagna) a m.1.146: antico agglomerato di case tra Temù e Ponte di Legno alla destra dell'Oglio e della statale 42. "Agno" è voce lombarda per "ontano" ma potrebbe anche essere forse derivato da "pönta" vove dialettale per "punta", "cocuzzolo".
Pozzo (Pósh) a m.1.851 era segnata una località a sud-ovest di Temù, poco sotto il monte Calvo.
Pramprano (Praprà) a m.1.600: sito con un prato e un bosco, a nord-est di Temù sotto Prabalduino: il toponimo è di difficile interpretazione essendo il ripetitivo di "prà" per prato.
Predazzo (Predàsh) a m.1.120: sito a sud-est di Temù sulla vecchia carreggiabile per la località Caldea. Il termine è abbastanza diffuso in Valle Camonica e viene da "Preda" (pietra) o da "Pré" (prato).
Predenólo (Predenöl) a m.1.312: sito a sud-est di Temù sul fianco destro di Val d'Avio presso la vecchia strada per località Caldea.
PreValé (Prealé) a m.1.110: località a sud-est di Temù all'imbocco della Val d'Avio alla sinistra dell'Oglio. "Preàla" era chiamato il classico carretto da montagna a due ruote. "Prealè" o il più diffuso "preale" invece è il plurale di "preàla" che poteva anche identificare quel luogo dove venivano caricati i carretti e che era formato da una piccola diga alta come il piano del carretto, che consentiva un carico più agevole. Queste "prèale" erano molto diffuse su tutte le strade delle montagne della Valle Camonica e se ne trovano ancora alcune.
Redentore (Redentùr) a m.1.400: "Il Redentore" è il nome di una chiesetta a nord-ovest di Temù sopra Molina.
Salimmo (Shalìm) a m.3.130: la Cima di Salimmo è segnata, già su carte del 1700, e nei suoi pressi vi era anche una "Bocchetta di Salimmo" ma poco più sotto una "Valle di Salimmo": tutte racchiuse in una regione a sud-est di Temù nel versante destro di Val d'Avio. "Sal" è antica e diffusa voce che indica genericamente un torrente o una valletta.
Santa Giulia a m.1.860, antica santella a sud-est di Temù nel versante sinistro della Valle.
Sandrini (Shandrini) a m.1.629: già il secolo scorso era segnato un roccolo a sud-est di Temù, sul versante sinistro della Valle. "Sandrini" è un cognome ma "Shandrina" però potrebbe essere anche un vezzeggiativo di Alessandra e, nel 1800, curiosamente venivano dati nomi femminili anche a dei roccoli per l'uccellagione.
Stablo (Stablo) una "Cà Stablo" era segnata, su una vecchia mappa militare dell'inizio dell'800, e si trovava poco distante dall'abitato di Temù. Il toponimo è derivato da "Stabulum" (stalla).
Stollo (Stòl) la "Valle di Stol" scende a nord di Temù, sotto il monte Coleazzo. "Stollum" era l'accomandita fissata per sorvegliare e custodire le mandrie di bestiame e veniva corrisposta, fin dal 1500, a chi si occupava di questi armenti come lavoro fisso e di proprietà, o lo svolgeva al posto di altri e divideva gli utili e i danni in parti proporzionali o uguali.
Valle (Val) e "Val Verde" (Vérde, Vérda) è una valle a sud-est di Temù, tributaria di destra di Val d'Avio, sopra Malga Caldea.
Vallicella (Valashèla) piccola fenditura che si apre a nord di Temù, al fianco sinistro della Val di Cané e "Valashèla" diminutivo di Val.
Venerocolo (Veneròcol) a m.3.325: famosa punta rocciosa ma anche un passo a nord e laghetti ad ovest: la Valle di Venerocolo è localizzata tra la malga Lavedole e il rifugio Garibaldi, ad est di Mù e a sud-est di Temù. Per il toponimo :"enera" potrebbe stare per "edera", mentre "fenèr" è la voce dialettale camuna per "fenile", da cui forse potrebbe anche derivare "feneròcol" (piccolo fienile). Altra etimologia, forse più fantasiosa, per qualche studioso: da "Veneri oculo" (occhio di Venere).
Venezia (Veneshia) a m.3.260: un monte e un passo Venezia sono posti a sud-est di Temù a nord-est del monte Adamello.
Ventura (Ventüra; Ventura) a m.1.723: vecchio roccolo a sud-est di Temù, sul versante destro di Val d'Avio. Il nome è preso dal un cognome di una famiglia originaria della provincia di Brescia.

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