DA VISITARE:
ANGOLO

Casa Albricci: lo stemma della famiglia campeggia sopra il portale principale mentre l'edificio si caratterizza per le linee imponenti ma lineari e sobrie. Una fontana di marmo posta nel cortile ed un camino in marmo caolino sito al primo piano sono presumibilmente del 1500. Gli Albricci erano una famiglia proveniente dalla vicina Val di Scalve. Si stabilirono ad Angolo verso la fine del 1500 riprendendo l'arte della lavorazione del ferro. Furono per secoli proprietari e dirigenti di alcune fucine che rimasero attive fino al disastro del Gleno nel 1923.

Il Palazzo Laini è a pianta quadrangolare. La sua struttura complessiva lo colloca tra le dimore costruite a difesa della famiglia e dei propri beni. Costruite di solito fino al tardo medio evo erano delle vere e proprie rocche, massiccie e solide nella loro progettazione. Conserva all'interno un pavimento in cotto antico ed alcuni dipinti. Nel cortile, da cui si accedeva direttamente alle antiche e contigue fucine, sono ancora visibili delle volte decorate e sorrette da una robusta colonna. Anche la famiglia Laini, fin dall'inizio del 1400 assunse un peso economico e politico notevole nelle varie e tribolate vicende nel periodo storico che fu a cavallo della dominazione Viscontea della Valle Camonica fino alle guerre con la Serenissima Repubblica Veneta (quasi continue e con alterne vicende fino alla pace doi Lodi). Alcuni componenti si distinsero sia in imprese militari, sia nella lavorazione dei metalli. Nel periodo napoleonico, i Laini, avvicinandosi, per chiari motivi economici, ai francesi, acquistarono il grande monastero che sorgeva a nord-est dell'abitato di Darfo con lo scopo di impiantarvi una fonderia che producesse le armi commissionate dalla stessa Francia. La repentina caduta dell'impero napoleonico travolse anche i notevoli investimenti fatti, i ricchi contratti commerciali d'oltralpe vennero recessi e gran parte della fortuna economica della famiglia si esaurì in breve tempo.

Casa Morosini è caratterizzata da un bel portale sormontato dallo stemma della famiglia. All'interno è visibile un bel camino in pietra di Sarnico. Da documentazioni notarili del 1700 risulta che Lorenzo Morosini era comproprietario, con un membro della famiglia Albricci, di una fucina per la lavorazione del ferro. A questa illustre famiglia appartenne anche il dottor Giacomo Morosini che fu primo promotore delle locali acque termali, fiono ad allora misconosciute e non valorizzate.

Parrocchiale di San Lorenzo, conserva due sculture lignee del '700 oltre a tele del Carpinoni, di Antonio Paglia (Martirio di San Lorenzo), di Paolo Cavagna (Madonna del Rosario) e del Dusi. Gli altari, il coro ligneo del '700 e la Via Crucis sono della bottega di Andrea Fantoni. Di scuola Fantoniana anche i battenti del portale.

Chiesa di Santa Maria ed Elisabetta, del 500-600, conserva oltre ad una Madonna lignea del Fantoni e una pala del cremasco Barbelli, una tela di Antonio Dusi. Sono presenti anche due quadri di Giovanni Ghisoletto e degli affreschi Settecenteschi di scuola milanese.

Chiesa della Visitazione, del 500, ha una pala attribuita al Cavagna ed affreschi settecenteschi.

Santuario di San Silvestro, la sua costruzione iniziò nella prima metà del 500 e fu terminato solo nel 1745. Ha un elegante e snello loggiato e gli stipiti del portale sono in granito finemente lavorato. All'interno è presente un altare in porfido rosso ed una statua (Madonna col Bambino) di scuola del Fantoni. Si ritiene che una pala, presente nel tempio, possa essere l'ultima opera di Grazio Cossali.

Parrocchiale di Mazzunno, è dedicata a San Giacomo ed ha il presbiterio e la volta con affreschi di Domenico Quaglio (1754), Nel suo interno conserva, oltre ad un quadro di Andrea Celesti e ad un Sant'Antonio da Padova di Antonio Paglia, diverse tele del '600 di incerta attribuzione.

Chiesa di San Rocco a Mazzunno ha, oltre ad una pala del '700 contenuta in un'ancona barocca, alcuni affreschi quattrocenteschi di scuola di Pietro Giovanni da Cemmo.

Parrocchiale di Terzano, dedicata a Santa Giulia, a ricordo di una cappella eretta prima dell'anno mille, su ordinazione del monastero bresciano di Santa Giulia, che ebbe grandi proprietà in zona.. Sull'altare maggiore troneggia una pala (Madonna e Santi) di Gaspare Gasparini (1669). Sono rimarchevoli anche delle tele del Barbelli e del Morone ed una Fuga in Egitto di Pietro Ricchi detto, il Lucchese. Pregevoli mobili e suppellettili del '500-700.

Parrocchiale di Anfurro è un edificio barocco dedicato ai Santi Nazaro e Celso che conserva alcuni affreschi attribuiti alla scuola del Barbelli. Presenti diverse tele (una del Carpinoni), alcune delle quali contenute in ancone di scuola del Fantoni.

Chiesa di Santa Maria della Neve, ad Anfurro, altro edificio barocco. Ha un bel portale in granito datato 1792. All'interno una pala d'altare del '600 ed alcuni affreschi.

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