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BERZO INFERIORE

Pieve di San Lorenzo risalente a prima dell'anno mille: fu la prima tra le diaconie della vasta e più importante pieve della Valle Camonica: quella di Cividate Camuno. Raggiunse l'idipendenza amministrativa e religiosa poco dopo l'anno mille. Fu ricostruita nel 1415 rispettando quella classica semplicità nella lineare aula unica che è ancora attualmente visibile. Nel 1600 ci furono altri importanti lavori che allungarono l'intero edificio preesistente di circa tre metri nel suo lato sinistro. Fu per molti secoli l’antica parrocchiale ed è posta su una piccola collina che domina il paese e la zona pianeggiante che si stende fino al fiume Oglio. Fu dedicata, fin dall’origine a San Lorenzo. Contiene degli affreschi datati al 1400 e altri del secolo successivo. Tra questi sono di notevole fattura: "Storie di San Lorenzo" dipinto sulla volta mentre su fondo del tempio sono visibili una "Annunciazione" e una "Crocifissione". Per chi entra, sulla sinistra, sono posti un "Cristo alla colonna", un’"Adorazione dei Magi" e un’"Ultima Cena" tutti attribuiti a Giovanni Pietro da Cemmo e eseguiti intono al 1504. Sullo stesso lato sono presenti alcuni ex voto di non eccelsa fattura. Di ottimo lavoro artistico invece una "Deposizione" che è visibile sul portico esterno. Da ricordare anche gli affreschi della cappella laterale dedicata ai Santi Lorenzo, Fabiano e Sebastiano.

La Parrocchiale della Natività di Maria, già Santuario della Madonna, fu voluta da don Donato Mazzoli, parroco di Berzo dal 1599 al 1632. La sua costruzione ebbe inizio nel 1609 ma i lavori vennero accelerati e ampliati, dal progetto iniziale, dopo che nel 1616 Marta Damioli Polentini ebbe un'apparizione della Madonna. La scena è raffigurata negli affreschi sulla facciata sinistra attribuiti a Giovanni Chizzola. Il ricchissimo Don Mazzoli lasciò in testamento una grossa cifra che permise l’ulteriore abbellimento della chiesa. All’interno del tempio di notevole fattura una "Natività della Vergine", del 1633, di Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiamminghino. Altri affreschi sono posteriori e da citare sono quelli del 1740 di Pietro Scalvini ed quelli del 1745 di Enrico Albrici di Vilminore di Scalve. Altri affreschi sono attributi al Francesco Paglia e sono nella cappella di San Giuseppe. Alcune tele sono invece del Bate. Sul fianco destro è da ammirare una bella e lavorata cancellata di ferro battuto databile nel 1500. Il campanile, sulla cui sommità sono collocate ben 8 campane, fu edificato da Silva di Esine, è in granito scalpellato ed è alto m. 55 ed è considerato tra i più belli dell’intera Valle Camonica. Nella chiesa-santuario è sepolto il Beato Innocenzo da Berzo (1844-1890 - vedere il sito di Intercam dedicato al Beato Innocenzo). Questa figura di studioso e fraticello dopo aver frequentato le scuole elementari proprio a Berzo, studiò a Lovere (dove ebbe tra i suoi compagni anche quel Giuseppe Tovini che emerse come figura importante per la Valle Camonica a cavallo tra il secolo scorso e questo secolo), fu ordinato sacerdote nel 1867, fu mandato in missione a Cevo e poi nominato vicerettore del seminario. Entrò nell’ordine cappuccino nel 1873 nel santuario dell’Annunciata di Piancogno. Fu quindi trasferito ad Albino ed in altri monasteri. Ora la sua figura è molto venerata specialmente a Berzo che festeggia ogni anno il suo Beato.

Il Santuario di San Glisente sorge sull’omonimo monte a quasi 2000 metri di quota (1956 m. slm). Conserva in ottimo stato la sua originaria cripta, forse del 1300 (o forse antecedente: secondo la tradizione popolare addirittura di epoca Longobarda o Carolingia) formata da due locali a pianta irregolare di cui il più vasto è diviso in tre piccole navate con volte a crociera che poggiano su delle basse colonne di granito. Da ricordare la leggenda dei tre fratelli Glisente, Fermo e Cristina che avevano il loro ritiro su tre monti della Valle Camonica e che comunicavano tra loro con dei falò serali. Vedasi la storia nei comuni di Borno e Lozio.

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