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LOZIO

Non esistono edifici civili di una certa importanza, malgrado la potente famiglia Nobili avesse edificato un possente castello, poco distante da Villa, che fu magnificato anche da alcuni scrittori contemporanei. Il castello fu completamente demolito e delle sue mura non rimangono che pochi e poco individuabili resti.

La Chiesetta di S. Cristina, sorge in quota e in posizione isolata ed elevata, ai piedi di un vasto canalone ghiaioso che la pone in posizione visibile da molte delle montagne circostanti fin all’imboccatura delle Valle di Lozio. E’ posizionata a ovest di Sucinva e a S.Cristina e ai suoi fratelli Fermo (a Borno) e Glisente (a Bienno) fa riferimento l’antica leggenda carolingia dei tre che contribuirono con loro esempio ascetico a cristianizzare la Valle Camonica.. Ha un tabernacolo a forma parallelopipede su una base sagomata, con piccole colonne tortili e con decorazioni secentesche.

Stagliata su una collinetta che domina tutta la valle di Lozio e che è visibile sin dalla strada che sale da Malegno a Borno la elegante chiesa dei SS. Nazaro e Celso a Laveno. Edificata nel 1600, con elegante portichetto con pilastrini e lesene in arenaria, davanti al portale. La pala dell’altare maggiore è di A. Morone mentre il paliotto e la soasa dell’altare si riferiscono alla Madonna del Rosario.

Sempre a Làveno la chiesa di Santa Maria Assunta ha una pala del 1600, del Bate (Giacomo Borghini) raffigurante la Madonna col Bambino, i Santi Domenico e Caterina e un sacerdote.

La parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Villa fu ricostruita nel 1600 e conserva un notevole altare maggiore opera di Baroncino di Rezzato. Gli altari laterali sono invece attribuiti al milanese Antonio Veda. Notevoli sono pure gli affreschi e alcune opere lignee del 1800 di Antonio Guadagnini.

Nella chiesa di San Giovanni Battista a Sommaprada è conservata una tela del 1600, raffigurante San Bartolomeo.

La chiesa di Sant’Antonio da Padova sorge a Sucinava, edificata nel 1600, contiene una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Francesco, Saverio e Antonio da Padova attribuita al Bate (Giacomo Borgnini).



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