Stemma Ono San Pietro Ono San Pietro
Onesi (Calcaroç - Pùpe): :
1.006 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 13,9 H.m.: 516 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
DA BRESCIA e BERGAMO
Km.
75,5
Da MILANO
km.
126
CAP. : 25040


Le Immagini del Paese
Chiesetta di San Pietro in circolo
Panorama del paese (43 K)
La frazione di Nadro
IL NOME:
Ono San Pietro (Do) in nome originale era era "Do" e una antica leggenda narra che le lettere "D" ed "O" erano quelle che campeggiavano in un'iscrizione sulla facciata della chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo in cui si erano rifugiati i sopravvissuti di due antichi nuclei abitati, fondati da due carovane di nomadi zingari, che erano stati distrutti da una grande frana. Toponomasticamente invece potrebbe derivare dal celtico-iberico "duno" (recinto o zona racchiusa da siepi, adibita al riparo per greggi di pecore): la storiografia vuole infatti che questo nome sia derivato direttamente, nella sua origine, dalla presenza di un "dûno" dei frati di San Martino di Marmoutier che, dall'anno 774, avevano introdotto l'allevamento delle pecore da lana che venivano rinchiuse in un ovile, posto ai piedi dell'imponente massiccio montuoso della Concarena. Più probabilmente invece il nome "Do" sarebbe l'abbreviazione del sostantivo latino "donum" o "dunum" (terrazzo o terreno pianeggiante). Il nome "Honus", riferito a borgo, compare già nel secolo XIII.


LA STORIA:

    Scarse sono le testimonianze o le indicazioni storiche precise della presenza di un nucleo abitato prima del 1500, nel luogo ove oggi sorge il borgo di Ono San Pietro. Antiche, ma non confermate, supposizioni potrebbero far pensare ad un piccolo agglomerato di case rurali poste però a una quota più elevata e più a sud dell'attuale posizione su cui sorge ora il centro abitato. Questo antico borgo sarebbe stato distrutto, in epoca imprecisata, da una grande frana precipitata a valle dalle scoscese pendici della Concarena, che domina a perpendicolo su questo sito. Una "bota" locale (racconto trasmesso oralmente, forse però con riferimenti anche storici da non sottovalutare), risalendo in epoca post-romana, narra invece che erano due gli antichi piccoli nuclei abitati che, vista la loro vicinanza, vennero distrutti contemporaneamente da una stessa frana e da un vasto smottamento del terreno su cui erano edificati.
    Questi paesi sarebbero stati fondati da due distinte carovane appartenenti ad un ristretto e piccolo popolo nomade, proveniente dal centro Europa e passato dai valichi alpini, che si era fermato in zona. I due insediamenti erano stati chiamati "Viena" e "Doii". La "bota" racconta ancora che, durante il periodo di dominazione longobarda, quando al valle camonica era già in gran parte cristianizzata, i pochi sopravvissuti alla catastrofe avevano trovato rifugio presso la chiesetta di San Pietro e, per farsi proteggere dal Santo patrono da altre calamità, avevano costruito, proprio accanto al tempio, un nuovo paese (nella attuale collocazione orografica).
    Come spesso accade nei borghi della nostra Valle Camonica, il dialetto parlato a Ono si distingue da tutti gli altri (anche vicinissimi) per molti vocaboli e anche per la cadenza che spesso caratterizza in modo davvero inconfondibile un paese dall'altro. La parlata tradizionale in Ono però è molto simile a quella espressa nella vicina Pescarzo di Capo di Ponte e infatti un'altra antica tradizione vuole che le due comunità avessero (anche per la loro continuità territoriale), per secoli, molti contatti diretti e che, al contrario di quanto accadeva un poco ovunque nelle valli alpine, molti matrimoni e unioni venissero celebrati tra giovani dei due paesi che avevano anche in comune alcuni antichi giochi tradizionali come la "bàla tèt" (o bàla à tèt)" (palla sul tetto) e il "crièl".
    Dal tardo medio evo, fino alla dominazione della Serenissima Repubblica Veneta, anche a Ono, come nel resto della Valle Camonica il sostentamento era legato alla povera e locale produzione agricola e, vista la scarsità di terreni aperti e prativi, all'allevamento di molti capi minuti (capre e pecore) e di pochi capi grossi (vacche). In un sito posto a nord-est del borgo, durante l'alto medio evo, venne localizzata una buona vena di materiale ferroso che fu estratto per molti anni e che veniva portato, per la lavorazione, ai forni fusori della vicina Cerveno. Anche per questo motivo, di stretti collegamenti viari ed economici, ma specialmente amministrativi, Ono San Pietro fu, già in epoca Viscontea e Veneta, originariamente aggregato proprio a Cerveno. Ono, dopo il breve ma disastroso periodo Napoleonico e il passaggio delle terre camune della Repubblica di San Marco all'Impero Austro-Ungarico, acquistò una sua autonomia comunale nel 1815. Come accadde anche a molti altri piccoli comuni, durante il ventennio fascista, dal 1927, nell'ambito di una più efficiente suddivisione amministrativa, Ono S. Pietro fu unito nei servizi comunali al centro popoloso più vicino e dipese dal comune di Capo di Ponte fino al 1947, quando riacquistò la sua autonomia.
    Anche il piccolo borgo di Ono ha dovuto subire le tristi pagine dell'emigrazione e negli anni 1904/1905 furono 19 gli Onesi, su una popolazione di 497 che se ne andarono dalle loro case, mentre negli anni dal 1946 al 1960 su 746 residenti furono in 100 a emigrare.


DA VISITARE:
La costruzione della Parrocchiale di Sant’Alessandro martire fu iniziata dal 1798 e solo nei primi decenni del 1800 fu portata a termine. Contiene alcuni dipinti del 1600 provenienti da altri edifici religiosi e l'ancona dell'altare maggiore porta la data del 1713: fu eseguita dall'intagliatore Buccella, di Vezza d'Oglio, su disegno del Rusca. Sempre del 1713 è la "Via Crucis". In sacrestia è degno di menzione un grande armadio del 1700 e in canonica è conservata una bella tela raffigurante una "Madonna col Bambino" attribuita a Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane.
La Chiesetta di San Pietro in Circolo si trova su un piccolo dosso, in una bella posizione panoramica da cui si domina buona parte della media Valle camonica: da Breno fino a Capo di Ponte. Il campanile risale al 1500: sull'architrave della sacrestia è visibile la data 1671, che indica probabilmente dei lavori di restauro o un ampliamento dell'edificio preesistente. All'interno si trovano tracce di affreschi e una pala del 1636 raffigurante i "Santi Pietro e Paolo".
Degne di menzione sono alcune antiche case poste in via Zeva, che era l'antico centro storico del paese. Sono caratteristici alcuni ampi porticati, grandi e spessi muri in pietre e pietrame locale, di classica architettura rurale e alcuni ballatoi in legno in parte ben conservati.

LOCALITA' COMUNALI E FRAZIONI:

(Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).

Bleno (Blé) torrente a sud del paese, tributario di destra dell'Oglio. In Val di Scalve esiste il torrente Gleno che ha etimologia similare: "Blenuus" (tetro, orrido): forse a indicare le gole e i crepacci che fanno da passaggio a questa valletta.
Capriale (Cavriàl) località oltre i 700 metri a nord di Ono San Pietro, sul versante destro del torrente Glegna tributario di destra dell'Oglio. "Cavra" (capra): il toponimo però dovrebbe derivare da "caprile" inteso come stalla per capre: allevamento che era presente in questo angolo della Valle Camonica più che altrove e risalente, fin dal medio evo, specie per le pecore da lana, portate in zona dai frati di San Martino di Marmoutier.
Cucchi (Cuchi) a m.600: su una mappa dell'800 era segnata una "cascina Cucchi" a nord di Ono San Pietro sul versante destro della valle. "Cucchi" era il cognome di una famiglia di origine bresciana che aveva messo radici e si era diffusa anche in Valle Camonica.
Diavolo (Diàol) una Valle del Diavolo è confluente di sinistra della Val Clegna a nord-ovest di Ono San Pietro. Questo toponimo è certamente simbolico e riferito alla conformazione del terreno che poteva essere paragonata all'inferno. Il nome è molto diffuso in Valle Camonica per indicare località (di solito torrenti o vallette) impervie e profonde.
Duil (Duìl) a m.934, su una carta catastale del 1800 erano già segnate delle "baite del Duil" a nord di Ono San Pietro. Questi edifici, utilizzati per l'alpeggio estivo erano localizzate a sud-ovest della "Roccia Deil" o Shiìl. L'emologia è incerta: forse dalla voce longobarda "deil" per "luogo".
Mella (Mèla) a m.1.562: località montana su cui era presente una antica "baita del Mèla" a nord-ovest di Ono San Pietro nell'alta valle del torrente Glegna. "Amello" (aster amellus: pianta che cresceva abbondante intorno alle rive dei torrenti e dei fiumi). "Mello" è anche voce gallica che indicava una collina o un dosso e "Mal" o "Mel" è sinonimo di monte.
Natone (Natù) a m.1.333: sito montano a nord-ovest di Ono San Pietro che potrebbe derivare dal nome proprio Donato o simile. "Natù" suona come accrescitivo.
Novedi a m.1.861, località posta in quota, a nord-ovest di Ono San Pietro ed a nord-est della Corna di Concarena. Il nome non ha corrispondenza nel dialetto locale e potrebbe quindi essere un toponomo recente e derivato dall'italiano "noveto" (maggese).
Persaniga (Parsànega) a m.1.003, piccolo appezzamento di terreno semi pianeggiante, a nord-ovest di Ono San Pietro, sul versante destro della valle del Clegna. Il toponimo potrebbe derivare forse da un nome personale romano che può essere "Precius" o "Petrucius". Parzanica (Parshanéga) è il nome anche di un bel borgo posto in posizione panoramica sulla sponda bergamasca del Sebino.
Plaureti (Plaurét) località montana posta tra i m.1.467 e i m.1.592. Fin dal 1750, in alcune mappe catastali venete, erano segnate delle baite a nord-ovest di Ono San Pietro alla sinistra di un confluente del torrente Clegna. Il toponimo viene da"platea" (piano) e "urcus" (ardente).
Posaplana (Poshaplana) a m.988, sito a nord-ovest di Ono San Pietro, sul fianco destro della valle del Clegna, il nome viene chiaramente dalla conformazione del terreno: l'unione di "pòsha" (pozza) e "plana" (piana).
Pramorti (Pramòrç) a m.1.173: località a nord-ovest di Ono San Pietro, tra due piccole valli. Da "pra" (prati) e "mòrç" (morti), nome ed aggettivo: molto probabilmente il nome sta ad indicare prati abbandonati per la scarsa produttività o sopravvenuta sterilità.
Purone (Purù) a m.612: sito posto poco a nord dell'abitato di Ono, su cui sorgeva, già nel 1700, una casa rurale. "Purù" suona come accrescitivo di "pur" o "por" (bosco), ma potrebbero anche esserci riferimenti al tremine dialettale "póra" per paura.
San Pietro (Shàn Piéro) a m.528, antica contrada del paese.
Valleione (Valiù) a m.728: erano segnate su alcune mappe, già nel 1750, delle case a nord di Ono San Pietro ed a sud di Pescarzo. Erano poste sul fianco destro della valle di Pescarzo. "Valiù" suona come "valù", accrescitivo di "Val" (valle).



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