Stemma Ponte di Legno Ponte di Legno
Dalignesi (Barù, Madùnine, Tagòrni) :
1.777 (anno 2012)
SUP. COM. Kmq : 100,7 H.m.: 1257 s.l.m. Prefisso Tel.: 0364
Da BRESCIA e BERGAMO
Km.
116
Da MILANO
km.
166
FRAZIONI
:: Pezzo, Poia,
Precasaglio, Zoanno
CAP. : 25056


Le Immagini del Paese
Panorama di Ponte di Legno (32 K)
Panorama di Ponte di Legno
Passo del Tonale
Statue di ghiaccio nel centro del paese
Il lagho di Ercavallo
Valle e Case di Viso
Massiccio dell'Adamello
Massiccio dell'Adamello (2)
Il Lago negro
Ossario dei Caduti al passo del Tonale
IL NOME:
Ponte di Legno - Püt de Lègn - Pont de Lègn: il nome dell'attuale paese starebbe ad identificare semplicemente un sito su cui era stato posto un antico ponte (in legno) forse sul torrente Frigidolfo. Il borgo più antico di queso sito, alle propaggini nord della Valle Camonica, era invece "Villa d'Allegno" che toponomasticamente dovrebbe derivare dal celtico "daèl", passato poi alla forma latina "Dalinus". Nel 774, in un documento di epoca carolingia, la valletta in cui è posizionato questo primo nucleo abitato era chiamata "Dalania", da cui "valle Dalignese", da cui gli abitanti di Ponte di Legno: Dalignesi. Dunque i toponimi Villa d'Allegno e Ponte di Legno sono, o potrebbero essere, delle alterazioni dei nomi Dalegno o Dalegna o Salegna (nome ancora diffuso in Trentino). Non è da escludere neppure che l'attuale nome possa anche derivare dai nomi gentilizi romani "Allenius" o "Dalenno".


LA STORIA :

    Come sopra accennato per il toponimo, il primo insediamento umano, nell'alta Valle Camonica, nella zona dove ora insiste il comune di Ponte di Legno, doveva essere posto ove ora sorge il piccolo e bel borgo di Villa d'Allegno (ora frazione di Temù). Nato certamente come villaggio di pastori, si era poi trasformato in piccolo borgo montano con le caratteristiche case in sassi locali e coperte di lastre di pietra o fascine di legname sottile. Poi, nella stessa località, in epoca più tarda, doveva essersi insediato, durante il dominio romano, uno dei tanti presidi militari che costellavano le vie romane di accesso alle valli e alle zone d'oltralpe.
    Infatti la collocazione strategica, alla confluenza di più torrenti e ai piedi di passi montani importanti (Tonale e Gavia), ha, da sempre, tutte le caratteristiche perché, durante i 500 anni di dominazione di Roma, venisse impiantato un centro di controllo per le vie che conducevano in Val Vermiglio e in Val di Non. Furono i Longobardi a cristianizzare gran parte della Valle Camonica e anche l'alta Valle, dopo essere stata possesso del monastero di San Salvatore, passò, nel 774, dopo la conquista carolingia, al monastero benedettino di San Martino di Tours. Nel documento di donazione vengono nominati, per la prima volta, i monti del Tonale.
    La Valle Camonica divenne successivamente, con altri atti di donazione, per la maggior parte, feudo del Vescovo di Brescia (che assunse il titolo di Duca della Valle) e, in parte minore, feudo del Vescovo di Bergamo.
    Nel 1100 lo stesso Vescovo di Brescia, a sua volta, infeudò in zona, Lanfranco, della potente famiglia dei Martinengo. Il passo del Tonale assunse particolare importanza ai tempi di Federico Barbarossa che (è più leggenda locale che storia provata) nelle sue numerose discese in Italia transitava da questo passo con le proprie truppe e col suo numeroso seguito. Quest'impervio giogo naturale doveva allora essere scavalcato servendosi di una strettissima strada che era collocata a quota ben superiore rispetto a quella del tracciato attuale. Con le alterne vicende e dominazioni, vittorie e sconfitte del Barbarossa e dei suoi successori, assunse potenza in zona (ma in tutta la valle Camonica) la famiglia Federici del ramo di Mù (sembra che il nome Federici, secondo alcuni studiosi, possa derivare proprio da Federico). La sua logica appartenenza alla parte ghibellina, portò a scontri e contese, anche cruente, con chi invece voleva favorire la parte guelfa, alleata del vescovo di Brescia. Chiamati a far da pacieri, i Visconti di Milano, divennero in breve tempo i nuovi padroni dell'intero solco dell'Oglio e di altre valli, e si trasformarono, per loro interesse personale, nei protettori dei ghibellini Federici che aumentarono così la loro influenza, tanto che nel 1410 Giovanni Federici venne nominato conte di Dalegno. Rimasta, per sua conformazione territoriale naturale, piuttosto isolata, l'alta Valle Camonica, non subì particolari violenze e distruzioni, per i repentini e numerosi passaggi di possesso tra Venezia e i Visconti prima e gli Sforza poi.
    Al definitivo passaggio di tutta la Valle sotto la Serenissima Repubblica Veneta, con la pace di Lodi, nel XV secolo, ci fu un relativamente lungo periodo di tranquillità e di pace. La politica della Serenissima era di rispettare gli usi e le consuetudini, nonché alcuni regolamenti e leggi locali, e questi si trovano riportati negli "Statuti" della Valle Camonica, che nel 1498, furono stampati a Brescia dai fratelli Britannico.
    Fu sotto la dominazione della Serenissima che, nello stemma di Ponte di Legno fu inserito il Leone di S. Marco, protettore della Repubblica. Lo stesso leone compare anche tutt'oggi nel gonfalone del borgo. Il 1500 fu un secolo particolarmente buio per l'oscurantismo (religioso e di pensiero) imposto dalla Controrifoma e l'alta Valle Camonica fu teatro di vicende orribili come i numerosi roghi di streghe che si credevano annidiate al passo del Tonale, luogo in cui si riteneva che avvenissero Sabba e riunioni di stregoneria varia. Decine di donne, logicamente innocenti, ma accusate da qualcuno (che poi traeva grandi vantaggi personali, con la spogliazione dei beni dell'accusato, che in buona parte erano assegnati all'accusatore) di essere streghe, furono arse vive a Edolo e altrove in Valle Camonica. Venezia tentò più volte, ma con scarso successo di impedire questa barbarie e fu finalmente posto un freno a questi processi ed esecuzioni barbariche, che comunque costellarono tutto il secolo XV e buona parte del XVI, tanto che, per cercare di contrastare questo triste macello, oltre che bandi e decreti, venne anche appositamente costituita una parrocchia con relativa chiesa, che venne inaugurata il 26 febbraio 1579.
    Tra il 23 e 28 agosto del 1580 San Carlo Borromeo fu in visita apostolica a Ponte di Legno: nelle sue osservazioni e leggendo le relazioni che gli venivano presentate, ebbe modo di esprimere il porprio apprezzamento per il fervore religioso dei Camuni dimostrato nelle pratiche religiose "et in hopere" (di bene) messe in atto in questa estrema zona a nord della valle.
    Nel 1610, nella sua chiara, meticolosa e precisa relazione sulla Valle, il rettore veneto Giovanni da Lezze scriveva, nel suo famoso "Catastico", che la gente dell'alta valle viveva di agricoltura e pastorizia. Funzionavano ben 11 mulini, 2 segherie e 4 fucine che producevano attrezzi, non militari ma per la campagna. Descrivendo la zona di Ponte di Legno veniva anche riportato che: "Contiene nove terre e cioè : Ponte, Pezzo, Precasaglio, Zoanno, Poiano, Villa, Pontagna, Temù e Licanù.
    In un altro dettagliato rapporto, contenuto nella "Descrizione generale", stesa dal capitano di Brescia, Francesco Grimani, risulta che 150 anni dopo la relazione del Lezze, nel 1764, gli abitanti erano 987, ma mulini, fucine, segherie e folli erano in numero invariato rispetto al 1610. Si legge anche che: delle persone valide, 170 lavoravano la campagna, 2 commerciavano, 48 erano artigiani e 18 i mulattieri. Non c'erano né armaioli né carrettieri. Il patrimonio zootecnico era costituito da un centinaio di equini (muli e somari e soltanto due cavalli), 342 bovini da giogo, 3.154 pecore e 19 capre: dimostrazione come l'allevamento, sia di bestiame "grosso" che di quello "minuto", fosse l'attività principale, e principale fonte di sostentamento per i Daligensi.
    Durante il periodo pre-napoleonico (va ricordata la nota ma brevissima Repubblica Bresciana del 1797) e quello del Primo Impero francese, la zona fu teatro di sporadici scontri tra le truppe francesi e quelle austro-russe che in alcune occasioni fecero alcuni tentativi di scendere dal Tonale verso la media Valle Camonica, occupando alcuni piccoli borghi montani, depredandoli e saccheggiandoli, per poi ritirarsi successivamente ancora oltre il confine naturale del Tonale.
    Sotto l'Impero Austro Ungarico, dal 1815 fino alla Seconda guerra d'Indipendenza del 1859, la Valle Camonica passò sotto il dipartimento alpino di Bergamo. Fu, come in tutta l'alta Valle, un periodo in cui vi furono molti danni materiale ma anche lutti a causa di alcuni devastanti incendi. Quelli nel 1817 e nel 1838 distrussero quasi completamente le abitazioni del paese, che erano costruite in buona parte con tronchi di legno e con coperture in assiti (solitamente di larice) resinosi.
    Il terribile ma costantemente presente flagello della fame e quello altrettanto duro e letale delle epidemie, lasciarono lutti e tragedie che colpirono in pratica tutte le famiglie.
    La storia ricorda una sventurata spedizione militare durante la Prima guerra Risorgimentale, nel 1848: una colonna di volontari bresciani salì da Ponte di Legno, dove si erano ritrovati, al passo del Tonale per entrare in Trentino. Erano guidati da un Brichetti di Ponte di Legno ma furono pesantemente sconfitti dagli austriaci che, ritornando, al tremine del breve conflitto, nell'alta valle, imposero subito una leva coscrittoria ai giovani, come avevano fatto i Francesi con i loro genitori, appena quarant'anni prima, ricevendone però un totale rifiuto. Dalle cronache del tempo, è evidenziato che non uno dei coscritti inseriti negli elenchi dei bandi, rispose alla chiamata, malgrado le pesantissime pene previste (deportazione, servizio militare in luoghi lontani come Ungheria e Boemia e anche la pena di morte, anche se questa non fu mai applicata nel Lombardo Veneto per simili reati).
    Nella seconda guerra d'Indipendenza, un battaglione austriaco di 1500 soldati fu accasermato a Ponte di Legno e se ne andò dopo la vittoria franco-piemontese: due anni dopo vi fu la proclamazione del Regno d'Italia e Ponte di Legno ridivenne zona di confine con l'Impero Austriaco.
    Nella Terza guerra d'Indipendenza, nel 1866, essendo proprio una zona di confine, ci furono numerosi disagi, anche a causa delle sconfitte che subirono alcuni reparti di Bersaglieri che, animati di buona volontà ma, condotti malamente e con scarsi mezzi e armamenti, subirono a Vezza d'Oglio una pesante sconfitta.
    Sempre a causa della sua posizione di confine, durante la Prima Guerra Mondiale il paese subì alcuni pesanti bombardamenti che ridussero in macerie l'intero vecchio nucleo abitato. I più terribili e distruttivi furono quelli nel maggio 1916 e nel settembre 1917. La prima linea era poco distante e Ponte di Legno era in pratica nelle immediate retrovie. Furono ancora molti i lutti e le distruzioni specie nell'ultimo anno di guerra, tanto che nel monumento-ossario, la cui prima pietra fu posta dallo stesso Re Vittorio Emanuele III il 4 settembre 1922 (inaugurato poi il 31 agosto 1924), al passo del Tonale furono, e sono, raccolti i resti di più di 800 caduti. Tra le due guerre si visse un periodo di povertà e l'emigrazione fu una costante come in molti altri borghi delle nostre valli.
    Anche durante il secondo conflitto mondiale i lutti provocati dalla guerra furono tanti e sono testimoniati dalle numerose croci alle Case di Viso.
    Queste ricordano che, ormai al termine della seconda guerra mondiale, la Resistenza si protrasse su queste montagne una settimana oltre il 25 aprile, per l'ostinazione dei partigiani nel contrastare le numerose e ancora pesantemente armate colonne militari tedesche che si stavano ritirando verso l'Austria e la Germania.
    Nel secondo dopoguerra Ponte di Legno divenne una delle più note e apprezzate località di turismo invernale e dagli anni '50 anche di turismo estivo. Famoso era il suo trampolino di salti con gli sci, che, tra i primi in Europa, nel 1951, fu sede di gare "senza neve" cioè svolte nel periodo estivo, dove i saltatori atterravano su un prato e non sulla pista innevata.
    Lo sviluppo edilizio dagli anni '70 del 1900, come in molti altri centri di turismo, ha allargato i confini del vecchio centro storico e numerose sono state le ville e condomini disseminati sulle strade che conducono verso il passo del Tonale e verso il passo del Gavia.
    Un'altra impennata edilizia specie nella piana prospiciente l'abitato, si è avuta dagli anni 2000: sono sorte o sono state ammodernate alcune strutture alberghiere ma, sono stati edificati molti condomini e villette a schiera che hanno hanno mutato radicalmente l'immagine del paese che si reggeva sui vecchi alberghi (alcuni spariti e altri trasformati) e le pensioni a conduzione familiare che erano caratteristiche del turismo di inizio secolo.
    Dal 2007 è stato realizzato un grande comprensorio sciistico (denominato "il grande sogno") che collega direttamente, con una nuova funivia, Ponte di Legno con il Passo del Tonale e allaccia anche le piste della vicina Temù: ovunque si è adottato il sistema di innevamento artificiale che consente di anticipare o "allungare" la stagione invernale.


DA VISITARE :
L'Ossario dei caduti al passo del Tonale è il simbolo tangibile e perenne del sacrificio di migliaia di soldati, sia Italiani che Austro Ungarici, caduti sulle nostre montagne, durante la Grande Guerra del 1914-1918: ne abbiamo già scritto nelle pagine dedicate alla storia del paese e, in modo ben più dettagliato in quella della Valle Camonica. L'edifico, sul cui tetto a balconata si accede tramite due scalinate semicircolari che partono dalla scala anteriore all'ingresso, è sormontato da una grande statua che raffigura la Vittoria alata. Il monumento fa da sentinella al passo, tra la provincia di Brescia in Lombardia e quella di Trento in Trentino, dominando i vasti campi da sci. Oltre alla funivia che raggiunge il passo Paradiso a m 2.550, sono funzionanti, durante il periodo invernale, decine di impianti di risalita. Famoso e molto frequentato, durante il periodo estivo, anche da campioni nazionali e internazionali di sci per gli allenamenti fuori stagione o di precampionato, è il ghiacciaio in Presena che si estende su un vastissimo pianoro dai m 2.700 ai m 3.000.
La Parrocchiale della Santissima Trinità fu ultimata nel 1685, seguendo quello stile barocco che era tanto in voga in quel secolo, mentre il vicino campanile è antecedente e risalirebbe al secolo prima. L'interno è riccamente decorato con stucchi mentre l'altare maggiore è attribuito alla nota bottega di Domenico e Giovanni Battista Ramus, così come i confessionali ritenuti tra i capolavori della scultura in legno della Valle Camonica. Il paliotto del 1700 è attribuito invece allo Zotti. Tra i dipinti, nell'oratorio, è conservato un polittico ligneo del 1500, della scuola dell'Olivieri. In sacrestia sono visibili alcuni oggetti d'oreficeria sacra e delle croci datate 1400, 1600 e 1700.
Anche nella chiesa di Poia, dedicata a San Giacomo, che risale al 1666, sono visibili affreschi del 1700 e l'ancona dell'altare maggiore è, anche qui, attribuita alla scuola di Domenico Ramus.
La Parrocchiale di Precasaglio è dedicata ai Santi Fabiano e Sebastiano e fu ultimata nel 1649 (questa data si legge sul portale). Cinque statue lignee attribuite al Fantoni sono poste sulla tribuna dell'altare maggiore e sono di classico stile barocco. Invece è attribuita ai Ramus la tribuna, sempre lignea, dell'altare dedicato alla Madonna. Una cancellata, datata 1700, in ferro pieno racchiude il battistero.
La Parrocchiale di Pezzo è dedicata a Santa Lucia, fu edificata nel 1700. Il portale è in marmo chiaro di Vezza d'Oglio e il tempio contiene un grande affresco, attribuito al Corbellini, datato 1785 che raffigura l'Adorazione dei pastori e un altro affresco con il "Martirio di Santa Lucia" attribuito al Cattaneo. E' presente anche una pala raffigurante la "Madonna del Rosario" datata 1600.
La Chiesa di Zoanno è dedicata a San Giovanni Battista: di linee classiche, fu edificata nel 1700 (una data compare sul portale: 1772) mentre il campanile, coevo, è stato costruito in pietrame locale a vista. Gli affreschi all'interno e sopra il portale sono del Corbellini. Sempre all'interno sono visibili alcuni dipinti seicenteschi e opere d'intaglio ligneo. Vicino alla chiesa è collocata una "Cappella dei morti", di linee barocche, con un portico a crociera.
L’antica Chiesetta di Sant’Apollonia che si trova in posizione isolata, sotto l'abitato di Pezzo, risale all'anno mille e fu edificata secondo i canoni dell'arte prealpina. Nell'abside sono presenti affreschi assai antichi, che risalirebbero secondo alcuni studiosi al 1100 (dunque, se questa tesi corrispondesse al vero, sarebbero tra i più antichi della Valle Camonica), altri esperti però li postdatano invece fino al 1500.

LOCALITA’ COMUNALI:
(Molte delle località di seguito riportate forse non sono più presenti nella memoria delle nuove generazioni o nelle carte, o nei contratti notarili o nei testi contemporanei. Alcune risalgono, nella loro identificazione, a molti secoli addietro, altre hanno mantenuto intatto la loro localizzazione e il loro nome passando di proprietà in proprietà, altre ancora, anche ai nostri giorni, sono presenti in carte catastali, in contratti di compra vendita o semplicemente nella parlata di tutti i giorni).
Acqua Benedetta (Acqua Benedéta) a m.2,229, zona in cui esiste da secoli una sorgente nel versante sinistro di Valle delle Messi a nord di Ponte di Legno.
Albiólo (Albiöl) a nord del passo del Tonale si trova segnata, già su alcune antiche mappe militari, la punta d'Albiolo a m.2.978. Poco sotto si apre anche una valletta che porta lo stesso nome. "Albiöl" identifica un piccolo albero, ma alcuni studiosi preferiscono la derivazione da "Albiolus" o "alveulus" (letto di ruscello), in rapporto alla conformazione del terreno e della piccola valle.
Àola (Àola) il Corno d'Àola a m.2.692 svetta a sud-est di Ponte di Legno. Il toponimo è quasi certo che derivi dal nome dialettale locale "Àola" (piccola aquila), mentre a Vione (comune vicino) "àola" identifica un altro piccolo rapace alpino: il nibbio nero. Dagli anni '80, del secolo scorso, altre che piste da sci, sul crinale sono posti diversi ripetitori radiotelevisivi che coprono la zona che va dal Passo del Tonale fino a Vezza d'Oglio.
Aperta (Aèrta) "Àl Aèrta (Valle Aperta), è una piccola valle tra Zuanno e Precasaglio. La valletta è direzionata da nord a sud e non è profonda da cui in nome di "Aperta". Quest'aggettivo sostantivato è molto diffuso sull'arco alpino: definisce di solito delle piccole valli o delle non profonde crepe nel terreno in cui, vista la buona insolazione, possono esservi anche praticate delle coltivazioni.
Arcanello (Arcanèl) vecchio toponimo di uno dei tre principali torrenti che formano l'Oglio a Ponte di Legno. Scende da nord-est dalla conca di Ercavallo. Arcanello potrebbe essere un diminutivo di Arca.
Arseno (Àrshen) a m.1.552 località con alcune vecchie case poste in un piccolo ripiano al di sopra di Zuanno. "Àrsen" (argine), nome diffuso in molti comuni della Valle Camonica.
Bàite Gaviola fin dall'800 erano segnate ,su mappe militari, delle "Bàite Gaviola" a m.2.113 nel versante sinistro della Val delle Messi a nord di Ponte di Legno. "Baita" (casa di montagna), voce alpina prelatina comunissima e Gaviola è diminutivo del nome Gavia, passo che si staglia proprio sopra questa zona.
Baitello (Baitèl) a m.2.273 è localizzata una zona denominata "bàitèl" sul versante destro di Val delle Messi a nord-ovest di Ponte di Legno. "Baitèl" diminutivo di "bàita" ma anche "roccolo" per caccia fissa. Nome diffuso nelle province di Brescia e Bergamo.
Barc (Barch) a m.1.753 era segnalata una "càsina dei Barc" in Val di Viso, a nord-est di Ponte di Legno. "Barch" è una antica voce lombarda che identificava una tettoia o uno steccato per chiudere le pecore e le mandrie. La particella "dei" potrebbe anche far presumere che "Barc" fosse un cognome di proprietari Basso (Bash) anche perchè poco più sotto, a m.1.710 era riportata, su alcune mappe militari di inizio 1800, una "càsina del bash" (Cascina del Basso), a nord di Villa d'Allegno. La particella "del" porterebbe, anche in questo caso, far pensare che "bass o bash" fosse un cognome o soprannome, anche perché il posto, isolato e su un piccolo promontorio, non giustifica il vocabolo di basso in senso morfologico o fisico.
Beltracchi (Beltràchi) a m.1.824 era segnato su alcune mappe un "rocòl Beltracchi" a sud-est di Ponte di Legno, sotto la Costa di Casamadre. E' evidentemente il cognome del proprietario del roccolo o del terreno su cui sorgeva la piccola costruzione montana.
Bleis (Blèis) a 2.625: la Cima Bleis è a nord-est di Ponte di Legno, sotto il monte Tonale a sud-est. A m.2.513, con questo toponimo, vengono anche identificati un laghetto "Blèis" e a m.2.200 una Baita Blèis. "Bleis" (pascolo alpino) ma "Blese" è anche una costa di monte ripida e adibita a prato per foraggio. Esiste anche la voce prelatina "Schöne Blais" presente ancora nel gruppo dell'Ortles.
Blese (Blisie) a m.2.619 una "sìma Blèis" (cima Bleis) di Somalbosco è posizionata a nord-ovest di Ponte di Legno.
Buoi (Bò) a m.1.400: alcune mappe riportano un "pùt dei bò" (ponte dei buoi), questo era posto all'incrocio delle strade per Val delle Messi e valle di Viso, tra Pecasaglio e Pezzo. "Bò" è voce dialettale per bue.
Cadì (Cadì) a m.2.607 svetta la "Sìma di Cadì" (Cima di Cadì) a nord del Passo del Tonale ed a sud-est del monte omonimo. Alcune carte militari del 1850, riportano delle ampie fosse circolari e dei laghetti della stessa forma. Per questo, quasi certamente, la toponomastica del luogo viene fatta risalire dalla voce dialettale "cadì" (catino).
Caione (Caiù) a m.3.140 è la "sima del Caiù" (Cima di Caione), nei cui pressi erano localizzate delle baite adagiate in uno spiazzo a m.2.192, sul versante sinistro di Val delle Messi, che si apre a nord-est di Pezzo.
Calò (Calò) : la Valle del Calò è tributaria di sinistra dell'Oglio, di fronte a Precasaglio. Il pendio della valle è piuttosto ripido e scosceso e questo potrebbe presupporre derivi dalla voce romana: "calatum" (via in discesa).
Casaiòle (Casaöle) a m.2.876 è posta la "Sìma Casaöle" (Cima Casaiòle), a nord-est di Ponte di Legno e del monte Tonale: sotto la cima, a quota inferiore era segnata anche una antica baita, a m.2,100, forse adibita ad alpeggio estivo. "Casaöle" è chiaramente diminutivo di case, in particolare, nel dialetto locale indica baite basse e lunghe.
Casamadre (Casamadre) a m.3.028 è posto il "Corno di Casamadre" che degrada poi fino a m.2.283 con la Costa di Casamadre, sul versante destro della valle del Narcanello, tributario di sinistra dell'Oglio. Toponomasticamente deriverebbe da "Madre", "madri", "madre o "matero" (poggio), poichè la conformazione della Costa di Casamadre è quella di un altopiano o di un poggio. Casaiole (Casaöle) è però anche un'altra località riportata su alcune mappe militari dell'Impero Austro Ungarico che però è identificabile con "Casaiòle" (vedi sopra).
Case (Case, Cà) a m.1.753 sono poste le bellissime "Case di Viso" a nord-est di Ponte di Legno in Val di Viso. Questo agglomerato di vecchie cascine, molte delle quali ora riadattate, fortunatamente senza grandi modifiche esteriori, a case estive, è particolarmente suggestivo ed è meta di escursioni. Meritano di certo una visita poiché sono raggiungibili sia a piedi, lungo una strada sterrata che costeggia la piccola valle sulla sua sinistra (per chi scende), sia dalla strada comunale asfaltata che invece è posizionata sulla sponda valliva destra.
Case di gioco (Case, Cà de zöch) a m.1.611 erano indicate su alcune mappe militari come un gruppo di case a nord-ovest di Pezzo lungo la strada del passo di Gavia. "Sögh", "Zöch", è una voce dialettale che identifica tutto il corredo degli uccelli canterini che erano usati come richiami nei roccoli e nel paretaio. Questo perciò poteva anche identificare il paretaio stesso o un roccolo per l'uccellagione.
Castalbo (Castàbol) a m.2.620 si trova il "mùt Castàbol", monte nel versante destro della Val dell'Avio a nord-ovest della cima Salimmo. In nome è facilmente un derivato da "Stabulum" (stalla).
Castellaccio (Castelàsh) a m.2.220 è posto il "pàs del Castelàsh" (passo del Castellaccio) che degrada fino a m.2.061. Nei pressi vi è pure la Punta di Castellaccio a m.3.028 e le cime di Castellaccio a sud-est di Ponte di Legno, sul versante destro di Valle Narcane. Probabile che il nome sia stato dato all'inizio del 1900, tanto che nelle mappe più antiche non compare nessun toponimo con queste identificazioni.
Castello (Castèl) a m.1.272 un "Castello Belpoggio", è una costruzione, simile ad un castello asburgico, risalente però all'inizio del secolo scorso, trasformata in albergo, e che domina l'ingresso al paese a sud, simile ad una rocca, con una cinta difensiva a merli. Curiosamente, con lo stesso nome era segnata anche, già su carte del 1750, a m.1.570, una cascina a nord di Villa d'Allegno.
Cimitero (Camposanto, Camposhant) molte sono le località che portano sinistramente questo appellativo: tutte sono in ricordo delle sepolture dei numerosi soldati caduti nella prima guerra mondiale. Questi "cimiteri di guerra" sono indivudualbili a m.1.600, posto a nord-ovest di Pezzo, a m.1.753 sotto Case di Viso a m.1.270 a sud-est di Ponte e a m.1.930 al passo del Tonale.
Cóen (Cöen) da m.1.828 a m.1.459 corre la valle di Cóen ad ovest di Pezzo. Il nome deriva da "Civa" (cavea o caverna), infatti "Cùen" identifica anche in dialetto locale delle caverne o dei rifugi naturali.
Conca (Cònca) il "pòs de la Cònca" (Pozzo della Conca) è posto sotto la Punta di Carcavallo a nord-est di Ponte di Legno, il nome potrebbe derivare dalla conformazione del terreno.
Contrabbandieri (Contrabandér) a m.2.670 si trova il "Passo dei Contrabbandieri", localizzato tra la Punta di Albiolo ed il monte Tonale: il toponimo è presente in molte vallate alpine a dimostrazione, ove vi fosse un confine tra stati diversi (come in questo caso per molti anni) della presenza di contrabbando e contrabbandieri.
Corni (Córen) i "Corni di Monticelli" sono posti sul fianco destro di Val delle Messi a nord-ovest di Ponte di Legno.
Corno (Córen, Còrno, Còrnu) a m.3.250 è identificato il "Corno dei tre Signori", detto semplicemente in dialetto locale "'l còren", a nord-ovest di Ponte di Legno ad est del passo di Gavia. "Córen" o "Còrna" (rupe) deriva da "Cornus" o cornio (corno o cima di rupe).
Cortajòlo (Corteiöl) a m.1.150 erano localizzate, fino dal 1800, delle case a sud-ovest di Vione a nord della strada per Ponte di Legno. La voce dialettale lo farebbe derivare da "Cùrt" (corte) o "cortale" (casa rustica con piccolo orto).
Dito (Dito) m.2.902: un passo del Dito è sotto la punta Castellaccio, sul confine con il Trentino a sud-est di Ponte di Legno. Il passo è contrassegnato da una piramide naturale alta una trentina di metri.
Dusine (Düsine) la Valle delle Dusine è una piccola valle posta nel versante sinistro di Val Camonica da Ponte di Legno a Pezzo. Il nome sarebbe derivato da un cognome bresciano.
Ercavallo (Ercavàl) già nel 1700 era conosciuta con questo toponimo una località a nord-est di Ponte di Legno, rocciosa e alpina. Con lo stesso nome si identificano anche: una "punta di Ercavallo" a m. 3.068, poi il "passo di Ercavallo" a m. 2.933, "scala di Ercavallo" dai m. 2.600 a m. 2.500 e il bel "lago di Ercavallo" a m. 2.622. Dal lago trae origine l'Oglio Arcanello. L'immagine del cavallo, compresa anche nel verbo scavalcare ha creato vari sinonimi di passo. Forse il suffisso "er" sta per il ligure "era" o "orio" (colle o poggio). La zona però non sembra per nulla ad un colle o un poggio così si suppone sia una parola composta di "era" e "cavallo". Forse la spiegazione più semplice è quella che possa derivare da "èl caàl" (il cavallo), nome dato molte volte a dei passi montani.
Fàita-e (Fàita-e) a m.1.924 località nei pressi del passo del Tonale. "Fàita" è un cognome diffuso in provincia di Brescia ma forse più facilmente, data la vicinanza geografica e storica del Trentino, "Fàita" è voce della valle di Non e sta per "fàgina" da faggio.
Fascì (Fashì) a m.1.720: è segnata già su mappe del 1800, una casa rurale o baita ad est di Ponte di Legno, sopra la regione Vescasa. "Fashì" in dialetto camuno è il diminutivo di "fash" (fascio o fascina).
Forgniùncolo (Forgnùcol) a m.2.315 era segnata una "Baita di Forgnùcol", a nord-est di Ponte di Legno, sotto la cima delle Gràole.
Frigidolfo (Frigidolfo) l'Oglio Frigidolfo, scende da Val delle Messi a nord-ovest di Ponte di Legno per unirsi col torrente che scende dalla Valle di Viso a formare l'Oglio sotto Pezzo. Alcune antiche carte risalenti al 1500, riportano, in modo approssimativo che invece il torrente Frigidolfo discende dalla valle di Viso e il torrente Fridolfo da quella delle Messi partendo da quota 1.908 m. s.l.m..
Gàver (Gàer; Gavre) su alcune mappe militari del 1800 erano segnati i "pracc de Gàer" (Prati di Gaver) mentre su carte topografiche più recenti queste località non sono più riportate. "Gàer" potrebbe essere l'"alzavola" una specie di anitra selvatica. Esistono altre località, nelle valli bresciane che portano questo nome, come il "passo del Gaver" tra la Val Caffaro e la Valle Camonica.
Gavia (Gavia) a m.3.223 svetta il monte a nord-ovest del passo omonimo che è invece posto a m.2.580. Il termine "Gav" è antichissima voce voce preariana che indicava un riscello, ma il toponimo potrebbe anche derivaree dalla voce tardo latina "Gaba" (acqua sorgiva, sorgente). Gaviòla (Gaviöla): a m.2.025 è posto il Monte Gaviòla sulle cui pendici sono segnate delle baite, a quota m.2.113. Sempre nella zona scorre un Rio di Gaviòla, presso il passo Gavia. "Gaviöla" è il diminutivo di Gavia.
Gras (Grash) a nord-ovest di Pezzo ed a m.2.400 di quota era localizzata, su carte militari del 1800, una vasta zona (interessata, secondo le cronache, da diversi movimenti franosi) denominata "Grash dei Spì". In dialetto camuno "grass", "grasha" è il letamen e "méda del la grasa" era il terreno, di solito antistante alla stalla su cui era riportato il letame stesso. La conformazione della zona indica che "Grash dei Spì" si riferiva ad un vasto sterpeto e a delle stalle che, come altre inq uesta zona, già ad inizio del 1900 erano sparite.
Gras Grande piccolo torrente ad est di Pezzo tributario dell'Arcanello.
Grifone (Grifù) la "Hàl del Grifù" (Valle del Grifone) è una piccola valle ad est di Ponte di Legno, che sbocca da nord sul Passo del Tonale. "Grifù" è voce dialettale che identifica il Grifone, il famoso uccello rapace, più grosso del falco, simblo nobiliare anche del Sacro Romano Impero.
Guasto (Guàst) "L'aìva del Gùast" (Acqua del Guasto) è una piccola valle ad est di Ponte di Legno sotto Taiadisso, in cui dell'acqua sorge da un terreno paludoso. "Guast" è termine per guasto ma anche marcio o putrido. Poco al di sotto della sorgente si trova una località detta "Cà rùina" (Casa Rovina o rovinata), forse riferendosi a delle macerie (ancora presenti all'inzio del 1900), che dovevano essere appartenute a delle baite che, su mappe più rcenti non trovano conferma.
Intelvi (Intelvi) a m.2.668 si trova la "Punta Intelvi" a sud-est di Ponte di Legno, lungo la linea di demarcazione fra le altre valli Narcane e Seria. Il toponimo ha origine relativamente moderna, all'inizio del 1900, e fu imposto durante la Prima Guerra Mondiale e deriva direttamente dal nome del famoso "Battaglione Intelai".
Laghetti-o (Laghèç; Laghèt) a m.2.960: una depresisone chiamata "Làghèt" è a nord- est di Ponte di Legno, nell'alta Val di Viso. "Laghèt" è diminutivo di "lagh" (lago), è il nome dato generalmente anche delle piccole pozze di acqua, molto comuni ai piedi di ghiacciai.
Lares (Làresh) ad est di Ponte di Legno si trova al "Hal del larès" (Valle del Larice): è a nord del Passo del Tonale, su cui sbocca. "Làresh" voce anche dialettale che viene dal latino "larix" (larice).
Lobbia (Lòbia) a m.3.036 si trova il Passo della Lobbia alta, a nord-est del gruppo montuoso dell'Adamello. "Lòbia" (ballatoio, loggia) riferendosi alla conformazione del terreno.
Maculotti (Maculòt) m.1.488, su antiche mappe a nord-est di Ponte di Legno era localizzato un "Mulì Macùlot" (mulino Maculotti), certamente dal cognome Maculotti, presente in alta Valle Camonica, nella zona di Pezzo.
Malga (màlga) sopra i 2.000 metri: con questo diffusissimo nome era ricordata una estesa località a nord-est di Ponte di Legno, sul versante sinistro della Val di Viso. Malga (ricovero alpino per il bestiame e stalla), ricordando che anche "Màlega" è voce alpina, ma non camuna, che identifica una cascina di montagna.
Malza (Malsha) a m.1.998 erano segnalate delle "bàite de hàl Malsha" (Baite di Val Malza) a nord-ovest di Pezzo. Con lo stesso nome è anche identificata una piccola valle che scende da ovest alla testata di Val delle Messi. Probabilmente anche inq uesto caso, il toponomo deriva da "malsha" per "marsha" (marcia).
Mandrone (Mandrù) a m.3.283: il Monte Mandrone è a sud-est di Ponte di Legno di fronte al monte dei Frati. "Mandrù" accrescitivo di "mandra" (mandria di vacche), in dialetto la "mandra" può identificare, in senso lato, anche le stalle e i pascoli circostanti.
Maralza (Maralsha) a m.1.600 circa, località a sud-est di Ponte di Legno sopra la strada che porta al passo del Tonale. "Mara" era voce antica che identificava un corso d'acqua montano, ma si può anche fare riferimento a "Maralsha" (ontano delle vette, detto anche betulla curva).
Massa (Masha) molti nomi sono individuati e identificati con questo nome: Valle Massa, Bocchetta di Val Massa a m.2.508, e Baita di Val Massa a m.2.173, a nord-ovest di Ponte di Legno sotto il monte Coleazzo. "Mashér" era termine che indicava il mezzadro: conduttore di terreni o porpeietà a meddrdia. La icinaza del trentino però potrebbe anche far pensare a "Masi" o "maso" (pascolo o podere) e "Mash" che è termine indicante una cascina sui monti, uan baita.
Mazza (Masha) valletta tributaria dell'Arcanello dal versante sinistro della valle di Belviso a nord-est di Ponte di Legno. (Vedi Malza-Massa).
Meda (Méda) da m.1.500 a m.2.000 sale il Dosso di Meda a nord-est di Ponte di Legno sul versante sinistro della valle. "Méda" è una catasta o un mucchio ma, come già scritto sopra, in dialetto camuno e bresciano, la "meda" identifica particolarmente il mucchio del letame (o della legna), che era posto poco distante dalle cascine o dalle baite di montagna. "Mèda" potrebbe comunque derivare anche da "meta" (limite, termine).
Messi (Mèshi; Mèsh) le Valli delle Messi a nord-ovest di Ponte di Legno, mascno a quota m.2.000 e scendono fino a m. 1.600 circa: sono la parte superiore della valle del Frigidolfo, uno dei rami dell'Oglio. "Messi" non può avere il significato del vocabolo italiano data l'altitudine che non permette la coltivazione di cereali o frumento. La valle si caratterizza con un fondo ampio, quasi una prateria lunga due Km e quasi tutta paludosa, da cui "Mésh" (bagnato) e in dialetto camuno "mìsh" (bagnato, umido).
Mo (Mó) a m.1.800 erano localizzate delle "cà dei Mò" (Case dei Mo), a nord-est di Pezzo, sul fianco destro della Val di Belviso. "Mó" potrebbe derivare da "magus" (pino montano).
Modì (Modì) a m.1.597 località a sud-est di Ponte di Legno lungo la strada per il Tonale. E' ricordato che il nome apparteneva ad una antica baita, che poi evidentemente ha dato anche il nome alla località: questa cascina era detta "le Modine", dal soprannome della famiglia proprietaria.
Mondini (Mondini) a m.1.750 erano poste delle case a nord-est di Pezzo, nella valle di Viso presso il torrente. Mondini è un antico cognome di Ponte di Legno e anche diffuso in Valle Camonica.
Monticelli (Montesèi) a m.2.931 si trova la località "Passi di Monticelli" a nord-ovest di Ponte di Legno sul versante destro di Val delle Messi. Alcune cascine erano poste sopra un rialzo del terreno.
Montozzo (Montósh) a nord-est di Pezzo, la cresta del Mantozzo si trova tra la punta di Ercavallo a m.3.066 e la punta di Albiolo a m.2.978. Il nome divenne famoso durante la Prima Guerra Mondiale per gli avvenimenti bellici che vi si verificarono (Storia della Valle Camonica)
Moro (Moro) a m.1.532 era già riportato su alcune mappe militari del 1936, un "Pùt del Moro" (Ponte del Moro) ad est di Ponte di Legno sulla strada per il Tonale sopra il valloncello Acqua del Guasto. "Moro" (di colore bruno), ma anche soprannome di persona di carnagione scura o dai capelli neri. Alcuni ritengono che questo nome fosse imposto al manufatto, durante la costruzione avvenuta, per ricordare una delle tante battaglie dell'esercito Italiano nelle campagne d'Africa.
Mule (Müle) a m.1.270 era segnalata una località con delle case poste a sud di Ponte di Legno e ad est della frazione Poia. "Müle" è il plurale di "mula" (mula, femmina del mulo).
Narcane (Narcane) valle che si apre a sud-est di Ponte di Legno, al cui inizio stanno le Punte di Castelluccio, di Lago Scuro e il Pisana: è percorsa dal Narcanello (Narcanèl) torrente tributario di sinistra dell'Oglio a Ponte. La confluenza nell'Oglio è vicina a quella dell'Arcanello. Il Monte Narcanello è invece posizionato a sud-est di Ponte di Legno all'inizio della vedretta di Pisgana.
Orto (Órt) a m.1.630: un "Pra dell'Orto" è situato a sud-est di Ponte di Legno sopra Sozzine in val Narcane. "Órt" (orto) ma "ort" è anche rupe o confine (voce Trentina).
Orti (Órç) a m.1.632 erano segnate su mappe catastali di inizio 1900 delle "Cà dei òrç" (Case degli Orti), sul fianco sinistro di valle delle Messi a nord-ovest di Pezzo. "Òrç" è il plurale di Órt (orti).
Pagherola (Pagheröla) a m.1.700-2.000: "La Pagheröla" è una regione a nord-ovest di Pezzo e "Paghér" è termine comune per l'abete rosso.
Palazzo (Palash) a m.1.671 sopra località Silizzi, in Val delle Messi, poco a nord-ovest di Pezzo, su carte geografiche militari era segnata una vecchia abitazione detta "El Palash" (Il Palazzo Pertiche o Pèrteghe) mentre da m.2.000 a m.2.200 scende un dosso a sud di Ponte di Legno sul versante sinistro di Val Seria. "Pèrtega" è una misura agraria lineare e di superficie, diffusa (anche se con misure diverse) in tutti i paesi della Valle Camonica e del Bresciano. Il nome deriverebbe da una antica voce romana che misurava le terre private cedute da Roma alle sue colonie, o cedute in premio a veterani, poi trasferite alle Comunità medievali.
Pezzo (Pèsh) a m. 1.565: antica frazione posta a nord-est di Ponte di Legno sopra la confluenza dei torrenti Narcanello e Frigidolfo. La tradizione popolare ritiene che il luogo fosse difeso da una selva sacra di abeti e "Pezzo" è appunto termine trentino per abete. Sempre nel non lontano Trentino vi sono numerosi toponimi con stessa derivazione: Pezzè, Pezzei, Pezzer, Pezzi, Pezzol ecc
Pifferetto (Piferéto) a m.1.710: antica cascina a nord-ovest di Ponte di Legno sotto la località Prebalduino. "Piffer" è cognome nel Trentino.
Pirli (Pirlì) a m.1.712: erano localizzate delle "Cà pirlì" (Case Pirli) a nord-est di Pezzo, all'inizio della Val di Viso. Il nome "pirlo" o "pirla" indica, anche in altre zone della Valle Camonica (Piancogno) un sentiero a ripide svolte e "Pirlo" è nome anche dato a una serie di curve strette e ripide di sentieri tortuosi dal termine dialettale "pirlà" girare, o girare a vuoto, da questo anche il termine che poi si è diffuso in tutta la Lombardia di "pirla" inteso come cretinotto.
Pisgana (Pisgana) a m.3.087 sorge "El piz Pisgàna" (la Punta di Pisana), più sotto, a m.2.935, c'è il Passo di Pisgana e Vedretta di Pisgana. La zona è localizzata a sud-est di Ponte di Legno. "Piz" è nome comune nel Bresciano e nel Bergamasco e identifica cime dal profilo acuto mentre "Gana" era termine per un mucchio di piccoli sassi.
Pisso, Pizzo (Pish) un "Rio del Pish" (Torrente del Pizzo) è a sud-est di Ponte di Legno, a sud della strada lungo il Passo del Tonale. "Pisso" è toponimo abbastanza diffuso, ancora una volta proveniente dal vicino Trentino, dove è sinonimo di cascata.
Plasazzi (Plasha) a m.1.652 erano segnate ad inizio del 1900 delle cascine poste sopra Ponte di Legno a nord-ovest. Queste sorgevano su uno spiazzo erboso da cui "Plasha" (piazza).
Plassalti (Plash alç) a m.1.100-2.100 circa era riportato su mappe militari un "dòss de plash alç" (Dosso dei Plassalti) a nord-est di Ponte di Legno sul versante sinistro di Val di Pezzo. "Plash" maschile di "plasha" (piazza), da cui "dosso della piazza alta".
Plazzóla (Plashöla) a m.1.453 si localizzavano, fin dall'inizio del XIX secolo, una casa a nord-est di Ponte di Legno e delle altre case in zona non lontana e in posizione sottostante. Una località "Plashöla", senza però cascine, è posta sulla sinistra di Val di Pezzo. "Plashöla" è il diminutivo di "plasha" (piazza o un'area piana). Poi (Pói) a m.1.681 erano riportate delle "cà dei pòi" (case dei polli), a sud-est di Ponte di Legno nell'altipiano che sfocia al Passo del Tonale. "Pói" potrebbe anche essere una variante del cognome "Poli", diffuso in Valle Camonica, ma più facilmente da "pói" (polli, galline), pur non avendo trovato motivazioni sull'origine del toponimo.
Pozzo della Conca (Pósh de la Conca) a m.2.847, su alcune mappe militari del 1800, era segnato un laghetto a nord-est di Pezzo sotto la Punta di Ercavallo che prendeva il nome di "posh de la cònca" (pozza della conca): era un laghetto circolare posto in una conca orlata dalle creste di Ercavallo. Lo stesso laghetto era stato poi ribattezzato, nel secondo dopoguerra: "el lach de Vish" (il lago di Viso).
Pozzuolo (Poshöl) a m.2.020 era segnata una "bàita de poshöl" (cascina di Pozzuolo), a sud-ovest di Ponte di Legno in fondo a Val Seria: "Poshöl" è diminutivo di "pösh" (pozzo).
Precasaglio (Precasài) da "Casalium": a m.1.380, antichissimo agglomerato di case, tra Ponte di Legno e Pezzo, sul versante destro della valle di Pezzo. Anticamente vi sorgeva il paese di Casaglio che per molto tempo fu il centro più importante della zona. Il toponimo è composto dei termici "pre" (prato) e "casaglio" dal termine"casài" che era dato a dei casali o anche dei piccoli gruppi di case.
Pradasso (Pradàsh) a m.1.640 era segnata una località "Pradàsh", su cui erano riportate delle case, a nord-ovest di Pezzo, sul fianco sinistro di Val delle Messi. Nome diffusissimo in tutta la Valle Camonica: "pradàsh" (prataccio) è il peggiorativo di "pràt" (prato). Di solito il nome identificava luoghi poco fertili o incolti.
Prepazzone (Prepashù) a m.1.700-2.100: dosso a sud-est di Ponte di Legno tra le valli Seria e Narcane. "Pré" (prato) e "Pashù" accrescitivo di "pash" che è termine per "raggrinzito": dunque sinonimo di prato vecchio.
Pretorì (Pretorì) a m.1.645, sorgeva una casa rurale a sud-est di Ponte di Legno, lungo la strada per il Passo del Tonale: "Pretorì" è un soprannome presente anche in altre località camune.
Rio (Rì) il Rio dei tre Rii è un torrente tributario del Frigidolfo che scende a nord-ovest di Pezzo.
Ros (Rösh) a m.1.800 sono segnate delle "cà di rösh" (Case di Ros) a sud-est di Ponte di Legno, presso la vecchia casa cantoniera del Tonale. "Rösh" è lo "scotano" un arbusto di basso fusto, o cespuglioso che cresce in modo naturale sui monti locali.
Rovina (Ruìna; Roina) al di sopra di m.1.713 era riportato su mappe catastali del 1800, uno scoscendimento nel fianco sinistro di Val delle Messi a nord-ovest di Pezzo, mentre a m.1.237 erano anche identificate delle "Case Ruìna" a sud-est di Ponte di Legno, all'inizio della Val Narcane. "Roina" o "ruina" è termine per rovina o frana.
Sant'Apollonia (Shànt Apolònia) a m.1.584, il toponimo era dato in origine ad un antico sacello posto nei pressi di alcune case. Ora invece è il nome dell'agglomerato di case (e alcune ville) sorte all'imboccatura della statale che porta al passo del Gavia. Nelle vicinanze era riportata anche un'antica sorgente (ritenuta minerale) a nord-ovest di Pezzo.
Scarsi (Scarsi) a m.1.730 erano segnate, su carte militari di inizio 1900, delle "Case Scarsi" a sud-est di Ponte di Legno, nella piana del Passo del Tonale. Il toponimo viene dal cognome Scarsi, abbastanza diffuso anche in altri paesi della Valle Camonica.
Seria (Shèria) una località "Acqua Seria" era localizzata nell'ultimo tratto di Val Seria, a sud di Ponte di Legno, che passa da Valbione e termina sotto la Cima di Salimmo. Il termine viene da "serio" che a sua volta proviene da "sar" (corso d'acqua), antica voce ligure.
Seródine (Sheröden) a m.2.536 si trova il Monte Serodine e poco distante è riportata anche una Bocchetta Serodine posta più a nord. Sempre nella stessa zona montuoso si trovano anche dei siti: "Serodine di dentro" ad est e "Serodine di fuori" a sud, nella vasta e montuosa regione a nord-est di Ponte di Legno, a sud del monte Tonale. "Sheröden", termine anche trentino, può identificarsi con il plurale di "serodina" derivato a sua volta da "serra" (monte).
Sezzo (Shesh) a m.1.423 erano segnate delle Case di Sezzo, a nord-est di Ponte di Legno, sul fianco sinistro di Val di Pezzo, di fronte a Zuanno. "Shésh" è in molti dialetti camuni una siepe di bassi arbusti o di frasche, che circonda e difende orti o coltivazioni.
Silizzi (Shilìsh) a m.1.585 erano segnalate su mappe militari della fine del 1800, delle abitazioni a nord-ovest di Pezzo, sul fianco sinistro di Val delle Messi. "Silissi" doveva essere anche il nome di un laghetto e la voce è di derivazione dal plurale della voce "serizz" (selce).
Somalbosco (Shomalbósch) vasta regione a nord-ovest di Ponte di Legno, sul versante destro della valle del Frigidolfo in cui sono localizzati: un Dosso, dei Monticelli, una Cima Bleis tutti chiamati di Somalbosco. I toponimi derivano certamente da "bosch" (bosco), da cui forse "summus buscus" (bosco posto sopra).
Sorti (Shorti) a m.2.419 è posta la "Sìma Shorti" a nord-est di Ponte di Legno e a sud-ovest del monte Tonale. "Sortes" erano chiamate, nel medioevo, le porzioni di terre comunali concesse per sorteggio ai "vicini" a titolo precario o definitivo.
Sozzine (Shoshine) a m.1.316 agglomerato di case nei pressi di Ponte di Legno, a sud-est allo sbocco di Val Narcane. "Suz" è voce presa sicuramente dal vicino Trentino e significa "porco" e "Sozina" diminuivo di "Suz" (piccolo porco), termine molto simile al camuno "sonzèta" che identifica la "sugna" o grasso di porco.
Taiadisso (Taiadìsh) dai m.1.600 ai m.1.200 si estende un "dös taiadìsh" (dosso taiadisso), ad est di Ponte di Legno, sotto cui girano i tornanti della vecchia strada che saliva al Passo del Tonale prima della apertra della nuova statale. Su uno dei tornati si affacciava una vecchia cascina che ora non è più presente in alcuna mappa. "Taià", in dialetto è l'azione del tagliare ma "taià" è nome locale di un'area tagliata nel bosco.
Talasso (Talàsh) dai m.1.800 ai m.2.100 sale il "dös del Talàsh" (dosso del Talasso) a nord-est di Ponte di Legno, tra le valli del Calò e Mezzana. "Tal" (voce tedesca per valle) e "valàsh" è peggiorativo di "Val" (valle): "talash" si tradurrebbe dunque in "brutta valle".
Valbione (Valbiù) a m.1.515 agglomerato di vecchie case su un ampio pianoro, a sinistra di Ponte di Legno, all'imbocco della Val Seria. Il toponimo deriverebbe da "abies" (abete da cui... valle degli abeti). Ora la zona è percorsa da una nota pista da sci.
Valicella (Valesèla) un "Rio Valicella" si apre nel fianco sinistro della valle di Pezzo di fronte a Zuanno. "Valesela" e "Valsela" sono il diminutivo di "val" e, in dialetto camuno, "valsèl" identifica dei piccoli corsi d'acqua.
Vallassa (Valàsha) un "Rio Valàsha" (Rio Vallassa) è segnato su una vecchia mappa catastale, in una piccola valle ad est di Ponte di Legno, che scende dal Tonale, e sbocca alla casa cantoniera del passo. "Valàsha" è un tremine peggiorativo di "Val".
Valletta-e (Valèta-e) a m.3.206 era segnato su alcune antiche mappe militari di inizio 1900, un "Passo della Valletta" posto a sud-est di Ponte di Legno, tra la Vedretta del Pisgana e quella del Mandrone, anche inq uesto caso "Valèta" è diminutivo di valle.
Vescasa (Vescasa) a m.1.600-1.700 area boschiva posta a sud-est di Ponte di Legno, poco sopra la strada per il Passo del Tonale.
Viso (Vish) a m.1.753 sono posizionate le belle "Case di Viso", mentre a m.1.863 è il Laghetto di Viso: nella valle omonima a nord-est di Pezzo. "Viès" è termine che indica il salcio (salice) di monte.
Zoanno (Soàn) a m.1.294, caratteristico agglomerato di case poste tra Ponte di Legno e Precasaglio: il nome deriva da "Soàn" o Jòan (Giovanni), voce dialettale per San Giovanni, protettore di Ponte di Legno.


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